Taranto: Addio spettacolo, benvenuta concretezza
Analisi: rossoblu più concreti, ora 10 finali
Addio spettacolo, benvenuta concretezza. Metamorfosi completata in quel dello Iacovone, contro un Gravina attendista e ben organizzato. Perchè se è vero che il livello tecnico del girone H è notevolmente calato, altrettanto non si può dire del tatticismo esasperato di molti tecnici. Squadre come Puteolana, Fasano e lo stesso Gravina hanno creato non poche difficoltà ai rossoblù, al contrario di quanto reciti la classifica. Il gol vittoria contro i murgiani porta la firma di Diaz, a lungo criticato per la poca freddezza sotto porta. Ieri, al contrario, ha sbloccato il match al primo tiro nello specchio della gara, con un colpo di testa in elevazione. Nella ripresa sono gli ospiti a fare la partita, senza creare particolari problemi a Ciezkowski. Almeno fino all'espulsione di Gianmarco Rizzo per doppia ammonizione. Diversamente da quanto accaduto all'andata, gli ionici resistono al forcing finale della squadra di Gaburro, portando a casa l'intera posta in palio. Vittoria che vale doppio, considerando la sconfitta del Casarano sul campo dell'Altamura. Se il risultato fa ben sperare i tifosi, la prestazione lascia perplessi in molti. Non dobbiamo dimenticare che negli ultimi 10 giorni il Taranto ha disputato ben 4 gare, conseguendo 12 punti. Il crollo fisico della ripresa è alquanto giustificabile. Il gioco espresso non è stato dei migliori, complice l'atteggiamento difensivo del Gravina. Ne ha risentito ampiamente la visione di gioco di Tissone, che ha spesso preferito le vie orizzontali alla verticalizzazione. Pochi spazi, dunque, e poche palle gol per i padroni di casa. Il merito più grande da riconoscere a Giuseppe Laterza, però, è di aver plasmato una squadra adatta alla categoria. L'obiettivo è la Serie C ma il presente è ancora il massimo campionato dilettantistico. La storia e l'attualità ci ricordano che in Serie D le partite 'sporche' sono tante, troppe, ma è importantissimo non perdere punti. E il Taranto ci sta riuscendo. Il cammino è ancora lungo (10 gare al termine) e i margini di crescita ci sono. La ricetta per la vittoria del campionato è quella illustrata da Alfageme al termine della gara con il Gravina. Lavorare tanto, con consapevolezza e umiltà. E l'attaccante argentino sa bene come si vince in questa categoria...