Taranto: 'Via col vento...', analisi tattica di Vittorio Galigani

TARANTO
11.09.2017 16:53

E meno male che Gigi Panarelli, secondo Zelatore e Bongiovanni, non era degno di allenare neppure una delle squadre giovanili del Taranto. Il Taranto di Cozza, che non aveva completamente convinto contro l’Aversa, èandato sotto, meritatamente, contro l’Altamura. Aiutato da “feroci” folate divento, nella prima parte della   gara, aveva illuso sciorinando gioco e conclusioni a rete. Eolo ha riportato tutti con i piedi a terra nella  ripresa. L’Altamura, in favore di vento, ha preso a comandare il gioco e per lunghi tratti ha costretto i rossoblu a rintanarsi nella propria metà campo. Pera e soci, nel primo tempo, avevano usufruito in tutto di due calci d’angolo. I ragazzi di Panarelli, nella ripresa, sono andati quasi in doppia cifra per i tiri dalla bandierina. Sintomo di una netta supremazia territoriale. L’Altamura ha tirato poco in porta, vero, ma il risultato non si può contestare. Sprecone, il Taranto del primo tempo. Ha avuto in canna, in più occasioni, il colpo per chiudere la partita. Non c’è riuscito. Sofferente, lacunoso e approssimativo nei secondi 45. La difesa rossoblu è stata vittima della fantasia e delle incursioni di Di Senso. L’estroso esterno di casa ha propiziato la rete del momentaneo vantaggio biancorosso. Da solo ha tenuto in affanno Cacciola e i compagni di reparto. Davanti   a lui si sono aperte praterie infinite. Cozza non è stato capace di trovarvi rimedio. Carenza di uomini o di idee? Dai piedi dell’avanti biancorosso sono partite tutte le insidie. Per quello che ha messo in mostra ad Altamura  il Taranto non è la squadra schiacciasassi che può uccidere il campionato. Cozza ha ancora molto da lavorare. Ci si attendeva una partenza diversa. Pera ha messo a segno la prima rete del campionato, ma non è ancora in condizione. Un paio di errori sotto misura gridano vendetta. Sembra gli manchi una valida spalla. Aleksic è l’ombra del bel giocatore ammirato a Francavilla. Catapultato a Taranto, dalla quiete ovattata del paesino della Basilicata, potrebbe accusare difficoltà di ambientamento. Milizia e Cacciola, sugli esterni della difesa, soffrono l’intraprendenza degli avversari, anche in favore di vento. Galdean non sarà mai una mezzala. Corso, con lui accanto, non riesce ad esprimersi sui suoi livelli abituali. Nella lettura della partita si rileva che il Taranto, giocando a favore di vento, sparacchiava in avanti (anche su rimessa del portiere) con lanci che venivano inevitabilmente allungati nelle traiettorie. Spesso finivano oltre la disponibilità dei propri avanti. Poche volte, a differenza di quanto impostato nel secondo tempo da Panarelli, l’azione è partita dalla difesa. I padroni di casa la gara l’hanno vinta a metà campo dove, nella ripresa appunto, erano sempre in superiorità numerica. Z&B non erano della partita. Forse timorosi della contestazione. Non c'era neppure Damaschi. Era la prima trasferta del campionato. I calciatori avvertono negativamente queste assenze. Una reazione inconscia, ma comprensibile. Zelatore e Bongiovanni, che non hanno il calcio nel loro dna, che del gioco calcio ignorano l’essenza. Che non sanno apprezzare l’odore acre dello spogliatoio e il profumo   inconfondibile del manto erboso, queste sottili sfumature non potranno mai comprenderle. 

DI VITTORIO GALIGANI

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