Martina Franca: Manuale di fisica ostica, poesie di Silvana Kühtz
Due discipline apparentemente distanti che riescono a trovare il loro naturale punto di incontro
Due discipline apparentemente distanti, la poesia e la fisica, che in Silvana Kühtz riescono a trovare il loro naturale punto di incontro nelle poesie contenute in “Manuale di fisica ostica” (Musicaos editore, 2018) la nuova raccolta di poesie che l’autrice presenta il 7 aprile 2019 ore 18, nell’associazione “Punto Lento” in via Arco Casavola n.4, Martina Franca (Ta): Silvana Kühtz in dialogo di voci in parola e in canto con Francesca Greco. Le lettere dall’alfabeto, che danno il nome ai componimenti, si incrociano con le variabili x, y, z, quelle che si usano nei teoremi: il primo impatto visivo che riporta il tentativo di unire la poesia alla fisica, ben rappresentato, poi, con ironia e leggerezza, dal disegno in copertina realizzato dalla leccese Valentina D’Andrea. Lungo la sequenza alfabetica si snocciolano i temi che coinvolgono tutti noi: l’amicizia, l’amore, il dolore, la morte, la malattia, luce e buio, visibile e invisibile. È una storia che si snoda in 33 poesie che arriva alla fessura del pane, del legno, della corteccia, “da una fessura vedo quanto spazio c’è”. Il fulcro della riflessione poetica è la parola ostica, riferita alla fisica “è ostica la fisica per chi non la studia” ma che ben si addice anche alla vita che con le sue imprevedibili dinamiche spiazza sempre. Non resta altro che cercare di capire, assecondare il ritmo e usare la parola, la poesia, per addolcire i momenti difficili. Ciò che presenta nella raccolta, è tutto sommato, in linea anche con il suo percorso professionale: Silvana Kühtz conduce, infatti, da anni per l’Asl di Bari e di Arezzo dei corsi Ecm in cui fondere cura e arte, poesia e scienza nel recupero di quella umanità e di quell’umanesimo che ci fa completi. La raccolta si arricchisce di una prefazione scritta da satya deva, un uomo che ha dedicato la sua vita allo yoga, e si compone anche di una nota di Roberto Bellotti, professore ordinario di Fisica applicata presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro che definisce il libro “l’altra faccia della medaglia, il lato luminoso della Luna; ti avvolge in tempi e spazi positivi, di speranza e allegria, anche nella solitudine e nella riflessione. Una traiettoria tracciata dall’alfabeto che ti trasporta e guida attraverso ciò che siamo, dentro e fuori di noi”.
BIOGRAFIA DI SILVANA KÜHTZ Silvana Kühtz lettrice, formatrice, iniziatrice di cose impossibili, docente, nata a Bari, ha un cognome tedesco che deriva dal nonno nato in Baviera (e ha anche un nonno salentino). Insegna e fa ricerca all’Università della Basilicata dal 1995 (dove dal 2006 ha inventato e tiene la cattedra di Linguaggi, futuro e possibilità) a Matera al Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo, nel corso di laurea di Architettura. La sua ricerca fonde scrittura, lettura, sensi, attraversamento dei luoghi, dell’invisibile, rigenerazione delle città. Conduce ogni anno dal 2009 laboratori di sensorialità, creatività e lettura a voce alta per adulti e bambini. Ha creato e messo in atto dal 2005 il progetto multidisciplinare che comprende concerti e performance sensoriali e varie attività anche legate alla scoperta di luoghi urbani, per la diffusione della lettura, confluite nell’associazione che ha fondato, Leggo Quando Voglio. Nel 2014 ha vinto il premio internazionale Alfonso Gatto di Salerno, alla sua XXX edizione, per la sezione inedito (il volume dal titolo 30 giorni, una Terra e una casa, è stato pubblicato poi in italiano e in inglese nel marzo 2015 da Campanotto editore, Udine). Finalista al premio InediTo, festival delle colline torinesi 2016 con una nuova silloge in cerca di editore, Viscera. Nel 2018 è stata pubblicata da Spagine del Fondo Verri una sua raccolta di prose poetiche: Quel che resta del bello.