Coronavirus: Ricercatori italiani terzi al mondo per ricerche su Covid
Sulla questione coronavirus alcune riviste scientifiche di primaria importanza oggi ricevono cento paper al giorno: i temi portanti sono quelli classici dell'epidemiologia, la diagnosi, la farmacologia applicata, ma si trovano anche analisi dei comportamenti al tempo del Corona. L'Italia, che ha subito l'onda pandemica presto e ha visto presto chiudere università e laboratori, ha messo il suo fuoco scientifico sulla monoquestione risultando, con 54 articoli, la terza produttrice di pubblicazioni nel mondo. Dopo Cina (262) e Stati Uniti (163). Da questo angolo visuale - la ricerca sul coronavirus - siamo davanti al Regno Unito (53 lavori), alla Francia (42), a Canada e Germania (31 a testa). E' un dato, questo, che replica un assioma certificato dai risultati dei Premi Erc e diventato luogo comune: abbiamo scienziati prolifici e di qualità all'interno di un sistema poco organizzato e poco finanziato sul piano pubblico.