Ippazio Stefano, ‘Ho messo l'anima per contrastare i Riva’
A La Gazzetta del Mezzogiorno parla l’ex sindaco di Taranto
«In questo processo, sin dalle fase preliminari, mi sono sentito un estraneo. Ora sono contento, ma non dimentico tutti questi lunghi anni di sofferenza». Lo dice Ezio Stefàno, sindaco di Taranto nel decennio più difficile della sua storia repubblicana. Prima il dissesto finanziario del Comune, poi l’esplosione della vicenda giudiziaria (ma anche sindacale, sociale e ambientale) legata allo stabilimento siderurgico. L’ex primo cittadino era tra i 47 imputati del processo «Ambiente svenduto». Gli erano stati contestati i reati di omissione in atti d’ufficio e abuso d’ufficio. Stefàno sarebbe stato assolto comunque per intervenuta prescrizione, ma il verdetto gli è stato favorevole nel merito dei fatti addebitati. Da quattro anni, non interviene più pubblicamente. È tornato a fare, in realtà non aveva mai smesso, il pediatra. Dottor Stefàno, è stato assolto nel merito. Qual è stata la sua prima reazione? «Sarei stato assolto per la prescrizione dei reati, ma questo giudizio completamente a mio favore ha, ovviamente, un peso specifico maggiore». Perché si è considerato un estraneo al procedimento? «Ricorderei che per ridurre prima ed eliminare poi l’inquinamento industriale, ho firmato diverse ordinanze sindacali. Tutte bocciate... Continua a leggere sull'edizione cartacea della Gazzetta del Mezzogiorno o sulla edicola digitale