Nuova ordinanza Scuola: Anp Puglia, ‘Confermate nostre peggiori previsioni’
Ce lo aspettavamo, anche se fino all’ultimo abbiamo sperato in un ripensamento. La nuova ordinanza ripropone i vizi delle precedenti e li estende anche al rientro a scuola degli studenti delle superiori, che potrà avvenire a partire dal 1 febbraio prossimo e non da lunedì 25, come prospettato in un primo momento. Quest’ultimo dato rappresenta l’unica concessione fatta dal Presidente Emiliano alle nostre richieste. Per il resto rimane, quindi, e si estende alle superiori, la cosiddetta “libertà di scelta” nel senso che non può essere imposta la frequenza scolastica a coloro richiedono espressamente di svolgere didattica a distanza, con l’elemento peggiorativo che tale opzione può essere mutata con deroga richiesta e autorizzata volta per volta dal dirigente scolastico. Abbiamo talmente tante volte espresso le controindicazioni di queste misure, imposte singolarmente solo in Puglia (perché solo in Puglia?) e nell’indifferenza del governo centrale (in tutt’altre faccende affaccendato), che non ce la sentiamo più di ricordarle ogni volta. Perciò rimandiamo gli interessati ai link riportati in fondo a questo comunicato, ribadendo soltanto la loro generale negatività ed il nostro netto parere contrario come dirigenti. Per di più l’ordinanza, secondo noi furbescamente, non si esprime affatto - come chiedevamo - sulla necessità di assicurare un unico turno di ingresso degli studenti nella scuola superiore, lasciando quindi le scuole nell’incertezza se applicare o meno le varie ordinanze prefettizie adottate “a macchia di leopardo” dai prefetti delle province pugliesi. Ad esempio, in provincia di Brindisi il prefetto di quella provincia, nel suo documento operativo del 29 dicembre impone che il 50% della popolazione scolastica acceda alle scuole e ne fuoriesca “nel rispetto della differenziazione degli orari di entrata e di uscita” (fissati alle ore 8 e alle 10 per l’ingresso e alle ore 13 e alle 15 per l’uscita). Analogamente il problema si pone in altre province, escluse Foggia e BAT, a quanto ci risulta fino a oggi. E ciò è tanto più grave in quanto l’ordinanza non raccoglie affatto gli argomenti a favore del turno unico di ingresso che pure ci erano stati rappresentati da esponenti della stessa Giunta regionale. L’assessore regionale ai trasporti Anna Maurodinoia in una delle passate riunioni del tavolo insieme al Presidente Emiliano e agli altri assessori ha fatto presente che, in caso di frequenza al 50%, le scuole dovrebbero necessariamente praticare un orario unico (come nella situazione ante COVID) perché altrimenti molti bus viaggerebbero vuoti, come dicono anche le aziende che gestiscono i trasporti. Se è così, perché l’ordinanza non fa menzione di questo, visto che la soluzione di ingresso a turno unico non solo è possibile (lo fanno anche in tantissime provincie di altre regioni) ma è anzi raccomandabile, anche al fine di non sprecare risorse? Forse per non entrare in conflitto con i prefetti? Lasciando così questa grana alle determinazioni dei dirigenti scolastici che, comunque faranno, sbaglieranno? Si aggiunge caos al caos. Queste le nostre valutazioni a caldo. Rimaniamo in attesa di vedere quale sarà la situazione sul campo in termini di frequenza scolastica (a proposito: abbiamo chiesto i dati alla Regione, che li ha rilevati, ma non abbiamo avuto risposta, ci dovremo arrangiare di nuovo con un sondaggio improvvisato su GoogleForms). E rimaniamo soprattutto in attesa della partenza, promessaci per il 1 febbraio, del piano di inserimento nelle scuole dei cosiddetti operatori sanitari scolastici che dovrebbero coadiuvare le scuole nello screening e nell’adozione di tutte le misure organizzative e sanitarie atte a contrastare la diffusione del virus nelle scuole stesse. (Roberto Romito, Presidente regionale ANP Puglia)