ESCLUSIVA - Cinzella Festival, Diodato: "Cinzella partenza importante. A Taranto la vita umana è messa in secondo piano"
Nato ad Aosta ma tarantino d’adozione, sul palco del Cinzella Festival si è esibito anche Diodato, in tour col suo nuovo album Cosa siamo diventati. Per l’occasione, siamo riusciti a fermarlo e a fargli qualche domanda, spaziando tra questa prima edizione del Cinzella, il suo nuovo album ed il suo rapporto con la città di Taranto.
CINZELLA – “Mi è sembrata una partenza col botto, con diversi nomi importanti della scena italiana e anche tanti progetti interessanti. È importante partire col piede giusto. C’è stata anche una risposta dal pubblico niente male per un festival alla sua prima edizione!”
COSA SIAMO DIVENTATI – “Devo dirmi molto contento. Quando scrivi un disco come questo hai sempre un po’ paura, perché stai raccontando qualcosa di tuo, di molto personale, col timore che possa non essere capito. Sorprendentemente è successo il contrario. Ho raccontato alla gente qualcosa di me, qualcosa di profondamente intimo, e per qualche motiva essa si è legata a questa mia intimità. È la magia della musica. Spero possa accadermi spesso.”
TARANTO – “A Taranto ci tengo tantissimo. Come tantissimi tarantini quello con questa città è un rapporto di amore et odio. È una città bellissima e chiunque porti in questa città se ne va con questa impressione e col dispiacere di uno sfruttamento, uno stupro si potrebbe dire, perpetrato ad essa. Ci sono delle situazioni che vanno risolte, ma ci sono anche tante persone, tanti ragazzi giovani che si sono messi in testa di cambiare le cose, e fin quando potrò dare una mano la darò.”
UN MESSAGGIO DI RESISTENZA – “Non bisogna cadere nei tranelli e nelle sabbie mobili del presente in cui viviamo, dandoci una mossa, giorno dopo giorno, ognuno facendo il suo. Altrimenti è impossibile contrapporsi a delle potenze così importanti a livello economico. Purtroppo i soldi sono importantissimi, è inutile fare gli idealisti, ma niente ha più valore della vita umana. E questa è una città in cui la vita è paradossalmente messa in secondo piano. Bisogna ricordarsi di questo ogni giorno affinché le cose cambino.”