V. Matino: Il diesse Antonio Bruno, 'Ci dobbiamo armare di pazienza e positività'
A tre mesi circa dalla sospensione forzata dei vari campionati dilettantistici, scaturita dall'emergenza Covid-19, il Direttore Sportivo della Virtus Matino Antonio Bruno - uno dei protagonisti del brillante cammino della compagine leccese di Promozione/B pugliese - si divide tra passato e futuro. Ecco le sue parole: "Sicuramente la nostra generazione sta vivendo uno dei momenti storici più critici a livello mondiale. Dalla sera alla mattina ci siamo trovati tutti a vivere una situazione inimmaginabile, paradossale. Credo che questa sia una lezione per tutti, che deve far riflettere per migliorare la nostra vita. Questo dipende da ognuno di noi e anche da piccoli comportamenti quotidiani. Questo concetto riguarda ogni settore: dalla politica al lavoro, dallo sport ai rapporti umani, dal rispetto per la natura all’ambiente che ci circonda. Personalmente credo che sia un’opportunità, un nuovo punto di partenza. Ci dobbiamo armare di pazienza e positività, non dimenticando mai gli anni difficili che molti dei nostri nonni e genitori hanno affrontato".
Il Racale a tre punti con una partita in meno: "E’ giusto quindi anche parlare di calcio che è parte integrante della nostra vita. Al momento della sospensione del campionato mancavano cinque partite per la nostra Virtus Matino (seconda in classifica) e quattro per l’Atletico Racale (primo in classifica): ci sarebbe stato lo scontro diretto e credo che si sarebbe prospettato un finale emozionante. D’altronde non si vedeva un duello sportivo cosi entusiasmante in questa categoria da tanto tempo. Il Manduria, l’Ostuni, il Sava, il Taurisano e il Maglie hanno disputato un grande campionato ma ritengo il Racale e il Matino meritano entrambi il salto di qualità, considerando i punti di distacco dalla terza. Le due compagini hanno espresso due modi diversi di fare calcio: entrambe vincenti e per certi versi spettacolari. Colgo l’occasione per fare i complimenti al tecnico del Racale Sportillo e al patron Cimino che stimo tantissimo: valide persone che in queste categorie è difficile trovare. Non so cosa deciderà il Consiglio Federale insieme ai Comitati Regionali, ma una cosa è certa, la nostra società merita ciò che ha conquistato sul campo. Oggi abbiamo bisogno di nuove riforme sportive, economiche e strutturali che possano garantire un nuovo lungo percorso. Soprattutto per il calcio dilettantistico. Anche su questo argomento ho letto tante interviste. Il calcio dilettantistico è’ una realtà’ bellissima, affascinante, un misto di varie culture, di maglie storiche, di storie di ragazzi di periferia che alcune volte vengono raccontate come aneddoti di vita, questa è la nostra storia. Se dovesse essere vero che tante società scompariranno, vorrà dire che torneranno tanti ragazzi alla strada. Il dilettantismo per molti di noi è un lavoro, passione e una filosofia di vita. Anche in questa categoria si può essere professionisti. Questo mondo con i suoi piccoli rimborsi aiuta tanti ragazzi a sostenersi negli studi. Addirittura ci sono famiglie che vivono di questo. Io personalmente ripartirei dalla regola degli under, per loro deve essere un percorso formativo e devono essere schierati e valorizzati per le loro qualità e non per l’imposizione di una regola. Sarebbe bello poter far giocare gli under che provengono dal proprio settore giovanile, in questo modo le società sarebbero portate ad investire nei propri vivai. Si continua a dirlo ma in pochissimi lo fanno. Inoltre sarebbe importante premiare le società affinché facciano giocare questi ragazzi anche negli anni successivi. Altrimenti continueremo a vedere atleti che esordiscono e dopo due anni smettono di giocare. Rivedere lo svincolo per accordo, l’art. 108, perché è giusto la possibilità di scegliere. Occorre inoltre riformare le coperture assicurative al fine di tutelare tutti i tesserati di ogni società, dai calciatori a tutti i collaboratori. Basta convivere con tante realtà che non mantengono gli impegni presi, perché l’impegno deve essere bilaterale".
Bruno-Branà connubio vincente: "Con Giuseppe Branà ormai è il terzo anno che collaboriamo sebbene in ambienti e categorie differenti. Si è creata una sinergia importante. Non vi nascondo che dopo la bellissima avventura vissuta ad Avetrana - forse irripetibile sotto certi aspetti e che sicuramente rimarra’ nella storia del calcio pugliese, considerando che era formata da ragazzi giovanissimi e tanti altri sconosciuti alla categoria – mi rammarica che per varie vicissitudini ci eravamo lasciati non bene, ma grazie alla chiamata della Presidente Cristina Costantino siamo ritornati a collaborare in perfetta sintonia. Per quello che riguarda il mio ruolo da Direttore Sportivo, ho imparato a conoscere l’aspetto tecnico, tattico e mentale di Giuseppe. Ho sempre assistito agli allenamenti cercando di capire ciò che chiede ad ogni singolo calciatore. E’ li che bisogna essere bravi, entrare nel loro credo sportivo e saper scegliere il calciatore che più si adatta alle caratteristiche che il tecnico richiede. In questo credo che siamo stati vincenti, ed inoltre c’è tanto rispetto reciproco. Nonostante la giovane età ha già una certa esperienza e credo che abbia il diritto di avere la possibilità di allenare in categorie e palcoscenici di maggiore rilievo".
Scopritore di giovani talenti: "Non ci sono segreti, ma c’è la passione alla base. Non guardo la categoria, mi piace seguire il calcio a 360 gradi, anzi proprio dalle categorie giovanili si impara tanto. Ho avuto la fortuna nel mio cammino calcistico, di fare l’allenatore per tanti anni e lavorare a fianco di gente come De Vecchi, Maldera, Filippo Galli, Piero Frosio, Roberto Samaden, Giovanni Rusca e tanti altri. Questo mi aiuta sicuramente a cercare giocatori che abbiano un certo profilo e che possano avere margini di crescita. In questo mondo bisogna aggiornarsi sempre, altrimenti ti ritrovi fuori dai giochi in un attimo. E’ necessario circondarsi di collaboratori che abbiano lo stesso mio modo di vedere il calcio e questo non è facile. Per quanto riguarda il rapporto con le società con cui ho lavorato e lavoro, cerco di andare sempre oltre l’obiettivo che mi viene posto. Si dice che il calcio non è una scienza esatta, tante volte un investimento elevato economico non porta i risultati sperati. Ma se c’e’ passione, rispetto dei ruoli, il saper accettare una sconfitta allora significa che quella è la strada giusta. Se si vogliono ottenere risultati bisogna lavorare con un progetto ben preciso, niente deve distrarti dall’obiettivo finale. A volte bisogna ingoiare amaro ed essere bravi a guardare avanti. Le sconfitte fanno parte di una crescita e di un percorso. In tutto questo cerco ogni anno di proporre volti nuovi, ragazzi giovani. Cercare di comporre una rosa sempre con i soliti nomi già affermati non fa parte del mio modo di lavorare. Anche se tante volte bisogna prendere il rischio di sbagliare ma in questi anni ciò che mi inorgoglisce tanto è il fatto di aver portato in queste categorie ragazzi che nessuno conosceva. Una cosa è certa: con tutte le società con cui ho collaborato mi sono reso conto in seguito con di aver lasciato in eredità il mio modo di fare calcio. E da ogni singola società e da ogni singolo Presidente ho imparato sempre qualcosa. Il calcio passa ma i rapporti umani rimangono".
Collaborazione con la presidenza: "Il rapporto con la Presidente Cristina Costantino è stato sin da subito basato sul rispetto reciproco e sul confronto. Ho cercato di riportare tutto il mio bagaglio di esperienza, lavorando su tanti punti ma soprattutto non tralasciando l’equilibrio. La patron, dal canto suo, è una donna decisa e caparbia con le idee ben chiare, e non vi nascondo che su alcuni argomenti e situazioni abbiamo avuto delle divergenze di opinione, sempre con il massimo rispetto. Il mio ruolo deve essere questo, un direttore sportivo non deve vivere di allori ma essere bravo a proporre anche le proprie idee. Odio chi davanti alle circostanze dice sempre “Sissignore”. Ma questi confronti credo che siano stati la nostra forza vincente. Nutro molta stima nei suoi confronti. Inoltre sono contento di aver conosciuto persone come Claudio, Giorgio, Laura e tanti altri che lavorano costantemente dietro le quinte, ma soprattutto Elvis, una persona con una passione per questa maglia incredibile, sempre presente, sempre a disposizione. Voglio ringraziare uno ad uno tutti questi magnifici ragazzi, che sono sempre scesi in campo dando il massimo. Nonostante le due sconfitte e qualche pareggio di troppo, alcune volte dettate dall’inesperienza dei nostri giovani, hanno fatto numeri spaventosi. Un gioco per alcuni tratti spettacolare, divertente. Ma soprattutto hanno dimostrato di essere uomini veri. Dal primo giorno della sospensione ad oggi continuano ad allenarsi tutti i giorni. Anche i ragazzi stranieri sono rimasti a Matino, pronti per un eventuale ripresa. Monumentali. Di questo la società deve essere orgogliosa. Da parte nostra abbiamo cercato nel possibile di esserle sempre vicini. Complimenti allo staff tecnico, tanta professionalità e soprattutto tante belle risate".
Il futuro dietro l'angolo: "Questo mi lusinga ma fa parte di questo periodo sportivo. Vorrà dire che sto seminando bene. In ogni caso sono e rimarrò il Direttore Sportivo della Polisportiva Virtus Matino fino al 30 giugno. Poi arrivera’ il momento di sederci a tavolino e capire se da entrambe le parti ci sarà la volontà di continuare questo rapporto, questo inseguire sempre un sogno che tanto ci unisce. E’ normale che preferisco i progetti a lungo termine, sinceramente non sono mai stato solo un anno in una società, difatti i migliori risultati li ho ottenuti quando ho lavorato in società per diversi anni. Credo che sia prematuro parlare di tutto ciò. Adesso bisogna battere definitivamente il nostro nemico Covid-19".
L'Equipe è stata una mia invenzione: "L’Equipe Salento è un progetto che avevo in cantiere da tanto tempo. Poi l’anno scorso, grazie alla collaborazione il tecnico Gerardo Viscido - un grande uomo e un grande amico con cui abbiamo condiviso tante emozioni (soprattutto negli anni in cui allenavo in Lombardia e poi ci siamo ritrovati cosi per caso nell’esperienza del primo anno ad Avetrana) - è nata la prima edizione. L’Equipe nasce proprio dall’esigenza di poter contribuire alla crescita del mondo dilettantistico tramite una struttura che potesse far fare un piccolo salto di qualità nella direzione della professionalità. Abbiamo messo a disposizione uno staff di prim’ordine insieme a collaboratori come Luigi Gennarelli ed altri di alto livello. Abbiamo lavorato tantissimo sulla prevenzione e il risveglio tecnico, tattico, fisico e mentale. Hanno partecipato tanti calciatori importanti, come Ignazio Battista, Federico Ortiz, Gigi Amabile, Ivan Di Federico, Damian Salto, Giacomo Ligorio e tanti altri. Aspettiamo novità dal Governo per poter capire se potremo ripetere l’esperienza anche quest’anno. Noi siamo pronti".