Campionati: Riforma che serve a placare i molti mal di pancia
(di Pierpaolo Di Todaro) In questo momento di carenza di comunicazioni ufficiali che provengano dalle massime istituzioni del Governo, nello specifico dal ministro dello Sport Spadafora, e che attengono la ripresa dei campionati in corso e il loro riordino futuro, si ode un silenzio tonitruante. Perché se è vero che a destra ed a sinistra si faccia di tutto per rendersi soggetti politicamente appetibili dai calciofili, tenendo finanche due piedi in una scarpa, è giusto che dicano la loro gli esperti del calcio, ed i protagonisti, ovvero i calciatori, i dirigenti e soprattutto i presidenti che il sistema lo foraggiano. In questo magma arrivano notizie discordanti che destabilizzano le società ma anche i tifosi (che qualcuno ritiene siano i “cretini da invitare alla cena”). Le notizie chiaramente messe in giro artatamente sono quelle che vogliono quietare le grandi ( e perché no anche le piccole) piazze, interessate a prendere parte ad un campionato più prestigioso. L’ultima idea è quella di costituire un campionato di serie C, verosimilmente semiprofessionistico, che contempli la presenza di ben 60 squadre (40 dell’attuale C, e 20 di serie D). Tale sistema quieterebbe i mal di pancia (e gli eventuali ricorsi…) di alcune squadre, nella fattispecie le attuali seconde classificate, che diversamente si vedrebbero usurpate il diritto inalienabile della partecipazione stessa ad una competizione sportiva, ovvero gareggiare, arrivare prime e conquistare la promozione. Ricordiamo infatti che molte squadre sono a pochi punti dalle prime, talvolta addirittura uno solo, e che le stesse relative società hanno tanto investito a livello economico nella vittoria dell’attuale campionato. Un fallimento sportivo che in alcuni casi determinerebbe un fallimento societario. Sarebbe dunque anche una soluzione dirimente da parte dalla FIGC quella di ricorrere a tale formula. Certo si dirà a noi cosa interessa? Può essere che non ci interessi nulla. Ma… Tempo fa i vertici federali hanno promesso che, stante l’intervenuta crisi Covid19, per il prossimo campionato avrebbero eliminato il gravoso balzello del fondo perduto per le società interessate al ripescaggio. Alla luce di queste determinazioni, quelle 20 società indicate come ripescabili dalla Serie D (sarebbe più opportuno dire ammesse in diritto), salterebbero a piè pari lo scoglio economico, e questo renderebbe sicuramente tutto più semplice. Ma attenzione, ricordiamo che la condizione necessaria affinchè una società abbia la possibilità di partecipare al campionato di serie C, è che possieda determinati criteri infrastrutturali definiti inderogabili. Dimensioni del terreno di gioco, sedute individualinumerate, impianto di illuminazione che produca determinati valori di lux, ed ancora determinati requisiti per gli spogliatoi atleti ed arbitri, e la capienza dello stesso stadio. Scorrendo quella lista delle venti squadre individuate - riportata da tuttoseried.com - ci viene da sorridere e da chiederci quali di queste squadre hanno uno stadio effettivamente a norma per partecipare al campionato di Serie C. E se oltre che il fondo perduto, il Consiglio Federale, per far quadrare i conti eliminasse anche il criterio di non ripescabilità per le società che ne abbiano già fruito negli ultimi 5 anni? Ai posteri l'ardua sentenza...