Taranto: Bitetti, ‘Trasporto pubblico locale, qualcosa non convince’
Il consigliere comunale interviene sulle scelte che la Regione Puglia si appresta ad adottare
Sulle scelte che la Regione Puglia si appresta ad adottare in materia di trasporto pubblico locale più di qualcosa non ci convince. Proviamo a sintetizzare: la razionalizzazione del trasporto pubblico locale con il conseguente ricalcolo relativo ai servizi minimi proposto dalla Regione guidata da Michele Emiliano prevede il “taglio” di 2 milioni di chilometri annui per i cittadini di Taranto, parte dei quali, a quanto si è appreso, andranno a garantire i servizi minimi dei cittadini di Martina Franca. La proposta passerà al vaglio della Conferenza di servizi, convocata dall'assessore regionale ai Trasporti Giannini, programmata per il prossimo 3 giugno. Complessivamente l'Ambito territoriale della provincia ionica è destinata a subire quella che tecnicamente viene definita una perdita di un milione e trecentomila chilometri a favore degli ambiti territoriali delle province di Bari e Lecce. Persino sui servizi marittimi è previsto un taglio del 27% (da circa 8000 km a 5900 km) mentre la provincia di Brindisi passerebbe da 0 a 6mila chilometri. E ciò avverrebbe, ironia della sorte, proprio ora che l'Amat ha deciso di puntare sulle corse via mare anche e soprattutto a fini turistici. Se queste sono le previsioni e i numeri, i tagli dell'assessore Giannini finiranno per penalizzare Taranto che, è bene ricordarlo, proprio in questa delicata fase politica e amministrativa sta facendo di tutto per incoraggiare al massimo l'utilizzo del servizio di trasporto pubblico. Solo nell’ultimo biennio, l’azienda partecipata dal Comune ha acquistato 25 nuovi mezzi, attingendo alle proprie casse e con il dichiarato fine, appunto, di decongestionare il traffico urbano e garantire servizi più efficienti agli utenti. Anche con queste scelte, infatti, si contribuisce a limitare l’impatto ambientale del traffico veicolare a tutela del sacrosanto diritto dei cittadini di respirare aria pulita. Ad essere penalizzati sarebbero peraltro i numerosi cittadini che dai comuni della provincia raggiungono ogni giorno la città capoluogo e che per motivi di lavoro si spostano proprio con gli autobus. Siamo dunque in presenza di uno scenario che di fatto mortifica tutta la terra tarantina.E c’è poi un altro aspetto da non sottovalutare: minori risorse per l’Amat significa anche alimentare il rischio di licenziamento per decine di autisti, dal momento che il Comune di Taranto non sarà nelle condizioni di sopperire, con proprie risorse, a questi eventuali mancati introiti. E non saranno sufficienti neanche le tanto gridate risorse regionali sui servizi aggiuntivi e solo fino al 2021. La Regione Puglia sta dunque commettendo un grave errore. Siamo però ancora in tempo per intervenire e far prevalere il buon senso. A tal proposito confidiamo in una netta presa di posizione di tutti coloro che, a vario titolo, rappresentano la provincia ionica nelle istituzioni locali e a livello regionale; come pure auspichiamo un intervento a difesa dei nostri diritti da parte dei rappresentanti delle associazioni di categoria del mondo economico e sociale. Perché queste scelte in materia di politica dei trasporti evidenziano, se allarghiamo lo sguardo, una colpevole sottovalutazione dei diritti e degli interessi dell’area ionica. Deve essere chiaro a tutti che noi non ci stiamo a giocare la parte delle vittime sacrificali.E per questa ragione vorremmo dire al presidente Michele Emiliano che esaltare Taranto a parole e poi penalizzarla pesantemente con gli annunciati tagli non fa onore alla sua reputazione politica e non fa bene alla provincia di Taranto. Si intervenga quindi al più presto per correre ai ripari: noi siamo disponibili al confronto per il bene della nostra comunità.