PSI e Riformisti: “Per amare Taranto serve un progetto concreto e coraggioso”
Il PSI e i Riformisti delineano una visione strategica per il futuro della città tra innovazione, sicurezza, lavoro e diritti

“Per amare davvero Taranto serve un progetto concreto, coraggioso e fondato sul pragmatismo”. È questo il messaggio forte lanciato dal Partito Socialista Italiano e dai Riformisti di Taranto, che presentano una visione chiara e articolata per il futuro della città.
In un contesto globale dominato da insicurezza e nuove sfide strategiche, Taranto può assumere un ruolo centrale nel Mediterraneo come polo industriale, logistico e tecnologico, diventando punto di riferimento in un sistema internazionale sempre più competitivo e multilaterale.
“Investire nella sicurezza significa creare lavoro qualificato nell’acciaio, nell’energia e nella tecnologia”, affermano i socialisti, sottolineando che la città ha oggi l’occasione storica di trasformarsi in un modello d’innovazione, mettendo l’Intelligenza Artificiale e la digitalizzazione al servizio dello sviluppo.
La proposta si fonda sulla costruzione di un ecosistema capace di attrarre talenti, imprese e investimenti, puntando sulla formazione, il lavoro, la sostenibilità ambientale e un uso etico e funzionale della tecnologia.
Nel documento si evidenzia la cultura di governo dei riformatori, basata su progetti concreti, attenzione ai diritti fondamentali e capacità di visione. “Lavoro, casa, sanità territoriale, istruzione e salute devono diventare priorità concrete, non enunciazioni”, si legge.
L’obiettivo è offrire ai cittadini – in particolare ai giovani – una città che superi la precarietà e l’insicurezza, che promuova sviluppo sostenibile, rispetto per la natura e centralità della persona.
Nel contesto del nuovo assetto geopolitico euro-mediterraneo, Taranto si propone non più come periferia, ma come piattaforma strategica per l’intero Sud Europa, capace di legare la sponda sud del Mediterraneo all’evoluzione economica, sociale e politica dell’Europa.
Il PSI e i Riformisti parlano di discontinuità, non come slogan, ma come metodo: “Serve parlare chiaro, rinunciare alle mediazioni sterili e costruire un progetto che infonda fiducia in un elettorato disilluso, soprattutto tra le nuove generazioni”.
“Taranto è una finestra sul Mediterraneo, un porto da cui salpare con coraggio verso orizzonti nuovi e approdi sicuri”, concludono, rilanciando la sfida del riformismo autentico per il futuro della città.