Scontri Melfi-Taranto: Avvocato Dinoi vince la sua battaglia
Dopo 12 anni, il legale tarantino riceve giustizia e chiede un risarcimento milionario
Il 21 maggio 2006, al termine della gara valevole per i play off di C2 tra Melfi e Taranto, cinque tifosi ionici furono arrestati dagli agenti della Questura di Potenza con la collaborazione dei colleghi tarantini. I cinque responsabili degli scontri con poliziotti e carabinieri furono individuati attraverso le immagini girate all'interno dello stadio "Valerio" di Melfi.
La storia dell'avvocato Fabio Dinoi, però, è a dir poco assurda. Nel conflitto armato con le forze dell'ordine rimasero ferite alcune persone, tra cui un bambino. Dinoi ebbe una discussione con un ispettore di polizia per sollecitare l'intervento del soccorso sanitario, che fu eluso. A mo' di beffa, il nome del legale fu inserito nel rapporto redatto dal funzionario in mezzo a quelli degli ultras che avevano attaccato una vettura della polizia. Non solo, fu additato come ideatore degli incidenti. In base ai filmati di videosorveglianza, Dinoi ricevette 2 giorni di carcere, 8 giorni di domiciliari e 3 anni di Daspo. Consapevole della sua innocenza e supportato dall'avvocato Antonietta Ruggiero, l'uomo chiese la visione della documentazione, trasformando il procedimento in un processo. L'indolenza della giustizia italiana ha fatto trascorrere oltre dieci anni dal giorno dei fatti, provocando la prescrizione dei fatti contestati. Dinoi non si è arreso e ha voluto combattere per l'assoluzione piena. Desiderio esaudito dalla sentenza del giudice Angela Cristofaro che ha definito il malcapitato come soggetto «assolutamente tranquillo e composto, del tutto estraneo ai tafferugli». L'ispettore si è giustificato dicendo che si è sbagliato, ma ora dovrebbe pagare il contrattacco di Dinoi, il quale ha chiesto un risarcimento danni milionario per ingiusta detenzione.