Serie D/H: Carlos França, ‘A Potenza sto vivendo un sogno’
Quando lo scorso 31 agosto il presidente del Potenza Salvatore Caiata, insieme al DG Filippo Marra Cutrupi, chiuse l’operazione Carlos, sapeva bene di aver assicurato alla propria squadra un grande talento. E il bomber brasiliano non ha tradito le aspettative. Anche grazie alle sue reti, il Potenza guida con 35 punti il Girone H nonostante il primo stop della stagione incassato per mano del Picerno nell’ultimo turno. Nato a Jaguariuna, in Brasile, il 1° gennaio del 1980, ha vestito in precedenza le maglie di Lecco, Cuneo, Rapallobogliasco, Lavagnese, Chiavari, Caperanese e Triestina, portando in dote 277 presenze e 185 gol nella categoria della grande passione, vissuta nell'Italia dei piccoli e medi comuni che rappresentano la spina dorsale del nostro paese. Un bottino che cresce senza conoscere pause visto che nel capoluogo lucano di reti ne ha già messe a segno 14 salendo sul gradino più alto di tutta la Serie D; a,inseguire, con 13 centri, ci sono Marcheggianni del Rieti (Girone G) e Diop del Troina (Girone I). Il numero 9 rossoblu, con le sue giocate e i suoi gol, sta deliziando i tifosi del Potenza, gli addetti ai lavori e chiunque ami il calcio.
- Carlos, in 10 presenze hai già realizzato la bellezza di 14 reti confermandoti, anche a Potenza, un autentico “cecchino”. Quali emozioni stai vivendo con la maglia rossoblu e come ti stai trovando?
“Benissimo, sin dalla presentazione della squadra. Ho trovato un grandissimo entusiasmo e, sono sincero, sto vivendo un sogno. Non posso che essere felice perché anche qui a Potenza sto dando il mio contributo al raggiungimento dell’obiettivo prefissato attraverso i gol e di questo ringrazio tutti i miei compagni di squadra. Siamo un gruppo veramente unito e deciso a essere protagonista fino alla fine”.
- Da veterano della Serie D italiana, hai registrato dei cambiamenti nei campionati degli ultimi anni?
“Ho giocato in quattro gironi diversi scoprendo le peculiarità di ognuno. Posso dire che a Sud ci sono tanti giovani di talento e il tasso tecnico mi sembra leggermente più alto rispetto al settentrione. A parte qualche sfumatura però, la Serie D è un campionato molto difficile e affascinante: sono felicissimo di farvi parte”.
- Quale squadra avversaria ti ha maggiormente colpito?
“A oggi, dico l’Altamura: per l’organizzazione di gioco e la bravura dei singoli”.
- Al top in qualsiasi piazza; c’è un particolare consiglio che daresti ai tanti giovani che militano in questo difficile campionato?
“Di dare sempre il massimo senza accontentarsi di giocare grazie alla normativa. Migliorare e alzare l’asticella con abnegazione e sacrificio. Devono lavorare con il chiaro obiettivo di diventare titolari, e protagonisti, nelle proprie squadre di appartenenza, facendo tesoro degli insegnamenti dei giocatori più esperti, soprattutto di quelli che provengono dalle categorie superiori”.