Tennis: Roberta Vinci, "Questo quarto vale quanto la finale 2015"
Questo quarto vale la finale dello scorso anno…”. Roberta Vinci ha da pochi minuti perso contro Angeliqeu Kerber sull’Arthur Ashe Stadium salutando lo Slam che lo scorso anno aveva dato la svolta alla sua carriera. Ha lottato nel primo set nonostante fosse chiaramente condizionata dal dolore al tendine d’Achille con il quale ha dovuto convivere per l’intero torneo. Per un’ora si è aggrappata al cuore, alla cocciutaggine, all’orgoglio. Poi dopo aver ceduto il primo parziale su un fallo di piede (“che rabbia, ero inc… con me stessa anche se ero sotto 0-40”, ha ammesso) nel secondo la tedesca ha avuto via libera. “Ripeto questo risultato sa di miracolo, ma non voglio certo dire che oggi ho perso per il dolore al tallone. Non sarebbe giusto nei confronti della mia avversaria. E’ evidente che non potevo pensare di svegliarmi questa mattina senza sentire più male. Ho cercato come nei quattro incontri vinti in questi ultimi dieci giorni di concentrarmi sul mio tennis, di non pensare al dolore. Solo che questa volte davanti c’era la numero due del mondo. Quest’anno la Kerber ha vinto gli Australian Open e raggiunto la finale a Wimbledon. Ora potrebbe scavalcare nel ranking Serena Williams e diventare la nuova numero uno”.
Campionessa in campo e fuori. Nel primo set aveva imprigionato la rivale nella sua ragnatela fatta di slice di rovescio e grandi variazioni di velocità. La Kerber, grandissima ribattitrice, ha sofferto non poco. Roberta è stata avanti tre volte di un break, ma non ha mai allungato perdendo subito il turno di battuta nel game successivo. “Secondo me ho servito male - sottolinea la tarantina - ho messo poche prime, non più del 40%. Il movimento non era fluido e la mia seconda troppo debole. Camminava poco. Lei oltretutto risponde meglio di quanto serve. Peccato per un grande primo set concluso male con quel fallo di piede che tanto mi ha fatto arrabbiare. Ho avuto le mie chance e probabilmente stavo anche giocando meglio di lei. Il mio tennis le dava fastidio, spesso aveva troppa fretta perché voleva uscire dallo scambio. Era fondamentale vincere il primo set. Poi ovviamente nel secondo lei si è sciolta, ha cominciato a colpire la pallina con maggior forza, del resto ha colpi molto potenti. Io ho avuto qualche problema in più a contenerla, sono calata e così si spiega il 60 finale. Mi si è spento l’interruttore? No quello mai, Ci ho provato sino all’ultimo quindici dando il 120%, dando tutto quello che oggi avevo”.
Era sbarcata a New York con tanti dubbi e pensieri e la delusione di Rio: già in Brasile aveva cominciato a sentire dolore al tendine. Agli US Open doveva difendere una montagna di punti: i 1.300 della finale del 2015. Con i quarti ne ha salvati 430 e la proiezione del ranking, per adesso, la pone in 15esima posizione nella classifica Wta (alla vigilia del torneo era numero 8). “Ora torno a casa per curarmi, poi ci sarà la trasferta cinese se il tendine andrà a posto. A fine anno tirerò le somme”, dice la 33enne tarantina, che non scioglie ancora i dubbi sul suo futuro. “Deciderò a fine stagione - ribadisce - vediamo quello che mi dirà il mio cuore…”. Il nostro dice che deve andare avanti: giocare ed emozionare esattamente come ha fatto in questi giorni a New York. Ci mancherebbe troppo.
(federtennis.it, foto Tonelli/Fit)