Serie Tv: After Life 2, la continua di un viaggio per il lutto
(Di Giulio Pio Dima) La seconda stagione di After Life (ne abbiamo parlato in un articolo precedente) è approdata su Netflix il 24 aprile e, fin dai primi minuti, notiamo come ci siano dei lievissimi miglioramenti nella figura di Tony, il protagonista interpretato dal comico Ricky Gervais. La serie mostra altri punti riguardanti il personaggio ma rende tutto più corale e questa è la prima differenza della stagione. Non si parla più di un uomo solo con il suo lutto ma ora ci sono anche altri personaggi, non più solo come contorno, ma con uno sguardo alle loro vite, rendendoli meno perfetti di quello che potevano sembrare nella prima stagione. Ed è questa scelta genera un netto contrasto con la prima stagione, un contrasto che si ripercuote proprio in Tony, il protagonista. Se nella prima stagione lui risultava chiuso in se stesso e raramente voleva approcciarsi alla vita di chi lo circondava, in questa stagione lui stesso, e di conseguenza anche noi spettatori ci approcciamo, scoprendo che nessuna delle loro vite è perfetta e iniziamo ad empatizzare con tutti e anche ad odiarne qualcuno. I personaggi si evolvono, migliorano senza cambiare mai. Il modo in cui si uniscono, si aiutano a vicenda da quel senso di famiglia che a Tony mancava da un po’… in sei episodi carichi di sentimenti e di malinconia. Malinconia per l’evento che ha creato la situazione, la morte prematura di sua moglie. Il ricordo della moglie e la sua assenza impediscono il protagonista di voltare pagina, sente di mancarle di rispetto, per lui ancora non è arrivato il giorno dopo e la stagione gira proprio su questo, con una scena poetica nelle ultime puntate e con quella parola finale che chiude il cerchio facendoci intendere che il nuovo giorno è arrivato e che, finalmente, Tony possa voltare pagina, o almeno provarci. In sintesi, la serie è ottimamente scritta, una seconda stagione degna di essere raccontata con momenti comici e drammatici che si amalgamano perfettamente, in una poesia e che, tramite pugni allo stomaco, ti insegna quanto la vita possa essere brutta e quanto noi esseri umani possiamo sempre superare ogni sfida e ostacolo.