Taranto: Pagelle, finalmente Pirrone. Difesa insuperabile

TARANTO
Francesco Caroli
25.02.2017 18:27

TARANTO (4 – 1 – 4 – 1)

MAURANTONIO 6.5 – Solo una parata a terra e tante uscite alte, ma con lui in porta non c’è foglia che tremi. Sempre la solita sicurezza.

DI NICOLA 6 – Ci mette un po’ a entrare in partita rischiando in un paio di occasioni. Ciullo alza la voce e lui si riprende nel secondo tempo, contribuendo all’ordine della difesa.

STENDARDO 7 – Solito baluardo difensivo, non sbaglia praticamente nulla concedendosi anche qualche uscita palla al piede. Per il centro non passa davvero nessuno e i tiri in porta della squadra avversaria ne sono la conferma.

ALTOBELLO 6.5 – Partita attenta e ordinata, come sempre quando gioca al fianco di Stendardo. 

DE GIORGI 6 – Come il dirimpettaio Di Nicola, anche lui ci mette del tempo prima di carburare. Dopodiché argina la sua corsia.

PIRRONE 7 – Arriva finalmente la conferma: il Taranto ha il suo playmaker. Tocca un numero infinito di palloni, rientra a coprire, pressa, intercetta palla e la serve ai compagni.  Un giocatore ritrovato, adesso pensare di cederlo sembra una follia rispetto a due settimane fa.

LO SICCO 6.5 – Anche lui sempre attivo a centrocampo. Cerca spesso la triangolazione e si fa vedere in avanti, del resto il suo ruolo naturale è sulla trequarti.

NIGRO 6 – Prestazione ordinata, mette la gamba su ogni pallone che passa dalle sue parti e la scarica subito a qualche compagno. Lavoro importante il suo. Esce un po’ indolenzito, si vede che non ha ancora i 90 minuti. (dal 75’ SAMPIETRO S.V.)

PAOLUCCI 5.5 – Fa vedere qualche discesa all’inizio ma si perde nella sterilità dell’attacco del primo tempo. Ciullo decide di dare una scossa ai suoi e lo sacrifica: mossa azzeccata. (dal 47’ POTENZA 7 – Se avesse giocato anche il primo tempo forse staremmo parlando di una partita senza storia. Entra, prende palla e scatta in avanti. Lo fermano, riprende palla e si fa una cavalcata di trenta metri, salta quattro avversari, serve l’assist a Magnaghi. Il tutto a cinque minuti dall’ingresso. E dire che era sparito dai radar dei titolari per un po’).

VIOLA 5.5 – Si è visto davvero poco: qualche scatto impattato contro la difesa e nulla più. Da un po’ di partite gioca in modalità risparmio energetico, ed è un peccato perché potrebbe davvero essere l’arma in più di questo Taranto. Forse un rigore non fischiato ai suoi danni, ma nulla di più. (dal 85’ MAGRI S.V.)

MAGNAGHI 7 – Grande pressing, per un momento fa paura a De Lucia che aveva perso l’attimo buono per spazzare. Nel primo tempo si fa vedere con una bordata dalla distanza rara anche in Serie B, ma il portiere avversario risponde bene. Nel secondo tempo sfrutta la prima palla buona di Potenza e la mette dentro come i veri attaccanti. Scaccia tutte le critiche piovute sul suo conto e ora, dati alla mano, con tre goal ha portato 9 punti a casa.

All. CIULLO 8 – Se potesse, vincerebbe la Palma d’oro come migliore in campo. Ma non è solo la prestazione a giustificarlo, ma il fatto che da quando siede sulla panchina del Taranto non ha sbagliato – quasi - nulla (la partita in Coppa Italia non conta granchè, anche se il Matera ha perso 4 a 0 col Siracusa). Il suo Taranto sa difendere, sa ripartire e sa giocare avanti. Quasi non si spiega come questa squadra abbia giocato male fino ad ora. Porta a casa 7 punti in tre partite, contro due corazzate e una diretta concorrente; vince la sfida più importante e si conferma scelta vincente per la panchina.

 

CATANZARO (4 – 3 – 1 – 2)

De Lucia 6; Pasqualoni 5.5 (64' Maita 5.5), Prestia 6, Sirri 5, Sabato 5.5; Icardi 6, Carcione 5.5, Zanini 6; Giovinco 5.5 (80' Basrak S.V.); Gomez 4.5 (64' Sarao), Cunzi 5. All. ERRA 5.

 

Arbitro: CIUDINI 4.5 – Pesa tantissimo il rigore non assegnato al Taranto su Viola abbattuto da De Lucia ormai scavalcato. In generale il primo tempo sembra a senso unico, poi nel secondo tempo inizia ad essere un po’ più imparziale, ma per comminare le ammonizioni a Stendardo e Sirri ha bisogno dell’assistente nonostante fosse a pochi passi. Partita che si scalda nel finale, e non lascia affatto l’impressione di avere i giocatori sotto controllo.

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