TARANTO: C'erano una volta... Aldo Monza

TARANTO
Vincenzo Corallo
31.07.2016 15:56

E' l'estate del 2000 quando dalla Nocerina approda a Taranto l'esperto centrocampista Aldo Monza. La società, fresca di ripescaggio in C2, decide di affidare le chiavi del centrocampo al forte calciatore nativo di Rho. Corsa, geometrie in mezzo al campo, buonissima tecnica individuale e un elevato carisma erano le doti principali di Aldo Monza. Con 59 presenze complessive e 4 gol, diventerà presto il condottiero della truppa rossoblù che tra il 2000 e il 2002 conquisterà una promozione in C1 e ne sfiorerà un'altra in B. 
- Ciao Aldo e ber ritrovato. Taranto è stata sicuramente una delle esperienze calcistiche più affascinanti della tua carriera, cosa ricordi dell'esperienza in riva allo ionio? Raccontaci cosa ti è rimasto della città e del popolo tarantino.
“A Taranto ho disputato due stagioni bellissime, una in C2 e l’altra in C1. Ricordo che prima di approdare nel capoluogo ionico, ricevetti una telefonata dal presidente che mi comunicò il ripescaggio della squadra in C2, con una città intera che andò letteralmente in estasi. Fu allora che accettai di intraprendere questa meravigliosa avventura, che poi si è rivelata una delle più intense e importanti della mia carriera. Nella permanenza a Taranto, io e la mia famiglia ci siamo ambientati sin dall’inizio: la bellezza della città e il calore della gente ci resero subito parte integrante del popolo tarantino. Della città mi piaceva moltissimo la zona del ponte girevole, adoravo fare lunghe passeggiate in centro e amavo la litoranea con il suo incantevole mare. La tifoseria del Taranto è qualcosa di indescrivibile: passione e amore verso la maglia non hanno eguali. A distanza di tanti anni, sento ancora qualche amico di Taranto, segno che stima e rispetto sono rimaste intatte".
- Nella prima stagione in C2, davanti a 20 mila spettatori e con la casacca numero 10, facesti il tuo esordio allo Iacovone siglando uno dei 2 gol partita sotto la Nord, che diedero i primi 3 punti al Taranto nella sfida con il Gela. Che ricordi hai di quella partita e cosa ricordi in generale di quella durissima stagione che alla fine sancì la promozione in C1 dopo un lungo testa a testa con il Campobasso?
“Il mio esordio in casa con il Gela lo ricordo benissimo, feci gol sotto la Curva Nord dopo un controllo in area e un sinistro che si insaccò alle spalle del portiere avversario. Fu una reta decisiva che fece esplodere uno Iacovone stracolmo di gente. Quel campionato fu un discorso a due tra noi e il Campobasso, ricordo un lungo testa a testa per raggiungere il primo posto, che si concluse meritatamente con la vittoria del campionato da parte nostra".
- Nei due anni in riva allo ionio sei stato uno degli elementi imprescindibili di una corazzata che annoverava calciatori di altissimo livello. Dopo la promozione ottenuta e festeggiata in quel di Castellammare di Stabia, cosa si è inceppato nella stagione successiva? Purtroppo, quella sciaguratissima finale Play Off con il Catania non è stata mai digerita dalla tifoseria rossoblù.
“Nei due anni a Taranto, la società ha sempre allestito compagini fortissime, composte da grandissimi giocatori: Riganò, Triuzzi, Galeoto, Cazzarò, Giugliano, tanto per citarne alcuni. Il primo anno centrammo l’obiettivo vincendo il campionato di C2, il punto decisivo lo ottenemmo a Castellamare di Stabia, scatenando una mega festa che coinvolse un’intera provincia. In C1, invece, ricordo che partimmo male e cambiammo l’allenatore dopo un avvio di stagione molto altalenante. Fu con l’arrivo di Gianni Simonelli che la squadra cominciò a carburare. E dopo una grandissima cavalcata conquistammo un secondo posto nella regular season che ci permise di qualificarci ai Play Off. Non riuscimmo a realizzare il sogno di portare il Taranto in Serie B. Dopo aver ribaltato la semifinale a scapito del Lanciano davanti a 30mila spettatori, fummo costretti ad alzare bandiera bianca al cospetto del Catania. Ricordo che in entrambe le partite alcuni episodi dubbi ci penalizzarono molto. All’andata perdemmo 1-0 e fu annullato un gol regolarissimo a Marziano. Nella gara di ritorno, invece, l’arbitro non concesse un rigore solare per un fallo su Riganò e lo 0-0 ci condannò. A distanza di tanti anni, il rammarico per non essere riusciti a sbloccare quel match è ancora tanto. Rimane un dolorosissimo ricordo… Sono convinto, però, che il Taranto si riprenderà presto ciò che le spetta di diritto". 
- Una tifoseria passionale, con una curva pazzesca premiata come la migliore d'Italia nell'annata 2001-2002. Per voi calciatori, quanto era importante quello Iavocone che vi incitava ogni domenica sia in casa che in trasferta?
“Ricordo che la tifoseria era qualcosa di incredibile: nelle amichevoli e durante gli allenamenti settimanali i gradoni dello stadio erano sempre pieni di gente. Nelle partite casalinghe, lo Iacovone era sempre pieno e in ogni trasferta la presenza dei tifosi era massiccia. La Nord era qualcosa di sublime, uno spettacolo da categorie superiori".
- Dopo diversi anni nell'inferno dei dilettanti, pare che la società attuale, dopo aver mantenuto le promesse ed aver inoltrato la regolare domanda di ripescaggio, stia per regalare ai tifosi rossoblù il ritorno tra i professionisti. Che idea ti sei fatto sullo stato attuale del calcio italiano? Considerando che molte società continuano a scomparire dal panorama calcistico.
“Attualmente il calcio italiano è in forte difficoltà, specialmente nelle categorie inferiori. Sono contento che l’attuale società abbia fatto questo grande regalo alla città. I tifosi del Taranto lo meritano. Credo però, che la federazione debba rivedere alcuni punti inerenti i ripescaggi, non è giusto che una società che voglia ambire a categorie superiori debba svenarsi e versare una somma di 250 mila euro a fondo perduto. Chi non è in regola economicamente deve essere messo da parte e le pretendenti al ripescaggio devono essere individuate mediante una graduatoria che includa soprattutto il blasone e la storia calcistica di una società. La notizia del ripescaggio in Lega Pro del Taranto non è ancora ufficiale, ovvio le possibilità sono tantissime, però per il momento bisogna volare basso e attendere il consiglio federale che il 4 agosto comunicherà ufficialmente i nomi delle società ripescate".
- Di cosa si occupa oggi Aldo Monza? Ti ringrazio tantissimo per la tua disponibilità e, come da routine, ti chiedo di salutare i tifosi rossoblù assidui lettori di blunote.it.
“Sono un allenatore professionista e attualmente alleno in Serie D. Il mio grande desiderio sarebbe quello di ritornare a Taranto nelle vesti di allenatore. E’ una piazza che porto nel cuore, sarebbe fantastico ritrovare il feeling con i miei vecchi tifosi. Sono certo che il binomio Monza-Taranto funzionerebbe a meraviglia. Colgo l’occasione per salutare tutti i lettori di blunote.it e mando un grandissimo abbraccio a tutti i supporters rossoblù".

 

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