Ripescaggi e riammissioni, le speranze dell’estate italiana
DI VITTORIO GALIGANI Ripescaggi. Una parola che riempie il cuore e gli occhi di tanti tifosi che devono sperare nelle “disgrazie” sportive degli altri con il miraggio di vedere la propria squadra “ripescata” tra i professionisti. E non solo.
E’ il caso dei tifosi della Ternana, dell’Entella, del Siena e, perché no, anche del Taranto. Il comunicato Figc numero 56 del 30 maggio 2018 (leggi qui) stabilisce i criteri grazie al rispetto dei quali una società può essere ripescata alla categoria superiore.
Per il Taranto l’handicap, la preclusione maggiore è rappresentata dal contenuto del comma D2 che recita: le società ripescate nelle ultime cinque stagioni sportive in qualsiasi Campionato professionistico saranno computate ai fini della redazione della classifica finale, ma saranno escluse dalla possibilità di colmare vacanze di organico.
Il Taranto non può inoltre contare, contrariamente a quanto in molti sperano, imboccati da dichiarazioni avventate di qualche rappresentante della società rossoblu, in una riammissione a titolo gratuito (senza il versamento del fondo perduto) richiamandosi agli intrighi della classifica finale del campionato di Lega Pro, girone C, 2016/17. Non ne esistono i presupposti. In assoluto. Per di più la stessa vicenda legata alla Vibonese, che pure a livello di giudizio federale ha ottenuto le sue ragioni, è ancora pendente. Non sono ancora state depositate le motivazioni di quel giudizio e la Federcalcio ha tuttora la possibilità di opporsi a quella sentenza ricorrendo, di nuovo, dinanzi al Collegio di Garanzia del Coni allungando, oltre ogni dire, la conclusione di una vicenda che ha assunto i contorni del grottesco.