Taranto: Concluso il simposio internazionale dell’archeologia subacquea
(Di Fabio Dal Cin) Nei giorni scorsi, si è concluso a Taranto, presso la sede storica del circolo ufficiali della marina militare, il “20-20-1 Simposio Internazionale di Archeologia Subacquea”, conferenza internazionale organizzata dalla Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo. Diverse le autorità del territorio presenti: il prefetto di Taranto, Demetrio Martino, la Direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti, il Comandante Marittimo Sud della Marina Militare, Salvatore Vitiello, il Direttore Generale di Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura, Federica Galloni, la dott.ssa Barbara Davidde della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo. A conferire lustro all’evento, inoltre, è stata la presenza di studiosi, esperti, docenti universitari, ricercatori e i membri dello Scientific and Technical Advisory Body della Convenzione UNESCO 2001 per la protezione del patrimonio culturale subacqueo. Tre gli eventi celebrati: il ventennale della Convenzione UNESCO 2001 per la protezione del patrimonio culturale sommerso, il ventennale del progetto “Restaurare sott’acqua” -“Restoring Underwater” e il primo anno dall’istituzione della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo in seno al Ministero della Cultura. L’obbligo di preservare il patrimonio culturale subacqueo è tra i principi fondamentali della Convenzione UNESCO. La Convenzione incoraggia le attività di ricerca e salvaguardia dei beni subacquei e allo stesso tempo favorisce la cooperazione internazionale in materia di tutela dei patrimoni attraverso l’incoraggiamento della conservazione dei beni in situ, con eventuale recupero del patrimonio ai fini di tutela dello stesso e di ricerca, il divieto di sfruttamento commerciale dei patrimoni subacquei, conformemente ai principi riguardanti i patrimoni presenti sulla terraferma, l’attività di formazione e condivisione di informazioni al fine di diffondere maggiore consapevolezza del valore dei patrimoni culturali subacquei. In base all’Art.1 della Convenzione, per “patrimonio culturale subacqueo” si intendono tutte le tracce di esistenza umana, che presentano un carattere culturale, storico o archeologico e che sono sommerse, parzialmente o totalmente, periodicamente o in permanenza, da almeno 100 anni, come i siti, le strutture, gli edifici, gli oggetti e i resti umani, nonché il loro contesto archeologico e naturale, le navi, gli aeromobili, gli altri veicoli o qualunque parte degli stessi, con il loro carico o altro contenuto, nonché il loro contesto archeologico e naturale, gli oggetti di carattere preistorico. A concludere i lavori l’inaugurazione, presso il Laboratorio di restauro della Soprintendenza Nazionale, dell’esposizione intitolata “Restauri in mostra: i materiali del relitto alto-arcaico del Canale di Otranto”. L’Italia, con i suoi circa 8.000 km di coste, costituisce un patrimonio enorme da esplorare, uno sterminato museo sommerso ricco di testimonianze che oggi è possibile scoprire e tutelare grazie a professionalità rodate e azioni organizzate e ai progressi della tecnica nel campo dell’immersione. Per Taranto, invece, capitale della Magna Greciae custode di tesori sommersi, è stata un’occasione per mostrare, in un consesso così prestigioso, le sue potenzialità in termini di patrimonio storico, culturale ma soprattutto di archeologia subacquea.