L’ascesa dell’innovazione tecnologica in Italia

CRONACA
20.07.2024 17:57

Il nostro Bel Paese non è solo rinomato come meta culturale e turistica, nonché potenza della moda e della gastronomia. Anche se solo di recente, diciamo, l’Italia ha infatti sviluppato un impressionante ecosistema tecnologico che merita una certa attenzione. Sebbene sia famosa per la moda, l’arredamento e i beni di lusso, l’esperienza italiana nella produzione di alta qualità e nel design di buon gusto l’ha aiutata a eccellere anche in altri settori manifatturieri. 

È così che gli investitori stranieri stanno valutando l’industria dell’Italia, scoprendo un’economia ricca di ricerca scientifica, con numerosi poli produttivi regionali e il coinvolgimento di molte importanti istituzioni accademiche. Gli investitori in settori come la produzione di veicoli, l’aeronautica e l’esplorazione spaziale all’avanguardia stanno valutando ampie opportunità in tutta l’economia italiana.

Insomma, non siate così sorpresi e continuate a leggere quello che hanno trovato gli esperti di HitNspin per voi.

Il know-how italiano

Nonostante si sia soliti pensare che Stati Uniti e Cina siano ovviamente al top per quanto riguarda l’avanguardia hi-tech, anche l’Italia si piazza bene nel mercato mondiale, più di quanto riusciamo a immaginare.

Rimane, infatti, un paese alto nella classifica di esportazione di brevetti, nonché in settori quali quello farmaceutico e quello aerospaziale. E, anche se non è comunque un leader nell’esportazione di prodotti classificati come hi-tech, ne è legata attraverso la fabbricazione di prodotti strettamente connessi, quali yacht, navi e opere di edilizia più in generale.

Città e poli tecnologici

Milano, per esempio, non è solo un hub per la moda e la cultura, ma anche per l’innovazione e il progresso tecnologico, all’avanguardia nel settore tecnologico del Paese. Questa vivace metropoli ospita una moltitudine di startup tecnologiche e giganti tecnologici affermati come Google, IBM, Microsoft e Accenture. 

Spostandoci a sud, nella capitale, Roma ospita un altro importante polo tecnologico, con un numero crescente di startup e aziende affermate. 

Ma con la crescita della domanda di talenti tecnologici, anche i poli tecnologici emergenti come Torino, Bologna, Napoli e Firenze si stanno facendo un nome nel settore. Non è un caso che l’Italia ospiti anche alcuni dei supercomputer più avanzati al mondo, tra cui il quinto computer più potente al mondo, Leonardo, situato proprio al Tecnopolo di Bologna.

Il mondo della programmazione e dell’informatica

Forse non sono conosciuti e rinomati come i compagni asiatici o dell’Europa dell’Est, ma gli sviluppatori italiani sono professionisti altamente qualificati che apportano una prospettiva unica al settore tecnologico. 

Con una solida base nei linguaggi di programmazione, nello sviluppo web, nello sviluppo di giochi e di applicazioni, gli sviluppatori italiani sono altamente versatili nelle loro competenze. Assumendo sviluppatori in Italia, le aziende possono attingere a questo pool di talenti e beneficiare della loro esperienza e creatività.

La loro dedizione alla qualità e all’eccellenza tecnica, unita alla loro prospettiva unica sulla tecnologia, li rende una scelta ottima per qualsiasi azienda che voglia prosperare nell’era digitale.

Sfide politiche comuni

Da notare che sia l’Italia che l’Europa hanno difficoltà a tenere il passo dei giganti dell’hi-tech, difficoltà che non possono essere superate senza il contributo delle istituzioni nazionali e soprattutto comunitarie. 

L’UE, per quanto in ritardo, ha cercato di elaborare una politica industriale calibrata sulle sfide contemporanee attraverso delle linee guida europee strategiche, non protezionistiche e attente alla difesa degli asset comunitari. Tuttavia, alcune problematiche rimangono: 

  • La prima è relativa al fatto che l’Europa non ha un apparato giuridico e istituzionale per prendere decisioni cruciali che troppo spesso spettano ai singoli paesi.
  • La seconda riguarda invece le risorse economiche e finanziarie necessarie per sostenere la pianificazione industriale. A differenza delle politiche molto aggressive con cui Stati Uniti e Cina sostengono le loro industrie, infatti, l’UE deve dimostrare di saper gestire e distribuire fondi e capitale all’interno di essa e in collaborazione con gli investitori esterni.

A livello di politica interna, bisogna invece tenere in considerazione il fenomeno della “fuga di cervelli”. Gli sforzi per colmare il divario tra università e industria, fornendo tutoraggio, facilitando l’accesso ai finanziamenti e creando un ecosistema che alimenti e premi l’innovazione potrebbero incentivare le persone di talento a rimanere o addirittura a tornare in Italia per contribuire alla sua crescita e al suo sviluppo.

Il made in Italy è anche tecnologico

Come afferma Lorenzo Angeloni, direttore generale per la promozione e l’innovazione culturale ed economica del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, “le invenzioni e i prodotti italiani rappresentano sia l’avanguardia che lo stato dell’arte in settori in cui l’originalità, l’intraprendenza e la sofisticazione tecnologica sono essenziali”.

Di generazione in generazione, gli scienziati italiani hanno continuato a distinguersi grazie a piccole invenzioni che vengono ricordate ancora oggi: dal pianoforte all'inizio del XVIII secolo, alla prima macchina per il caffè espresso nel 1884, alla più nota radio di Guglielmo Marconi nel 1895. Guardando al mondo moderno e contemporaneo, le scoperte più recenti comprendono prodotti più sofisticati, quali i neuroni specchio e i moderni microchip. 

Oggi, quindi, il Bel Paese continua a essere all’avanguardia nell’innovazione e nello sviluppo, grazie a migliaia di aziende ad alta tecnologia, dove spiccano l’industria farmaceutica, della robotica e anche dell’energia rinnovabile.

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