Acciaierie d’Italia: Interrogazione parlamentare onorevole Elisabetta Piccolotti
A seguito di un costante confronto con la segreteria nazionale di sinistra italiana, abbiamo riportato la grave situazione che vede quasi tutto l'appalto di acciaierie d’Italia Taranto messo fuori dallo stabilimento, con il relativo dramma dei lavoratori e delle loro famiglie. Abbiamo ritenuto la situazione ormai a un punto di non ritorno e siamo convenuti sul fatto che, di fronte a tutto questo, non si può più restare a guardare e che il governo debba intervenire, incisivamente, una volta per tutte.
Di seguito le parole dell'on. Elisabetta Piccolotti: "Apprendiamo che, da stamattina, circa 2000 lavoratori di 145 imprese appaltatrici di Acciaierie d’Italia, ex- Ilva di Taranto, sono sospesi a tempo indeterminato, perché sospesi sono gli ordini su cui erano impiegati. Non lavoreranno, non hanno più il badge per entrare nello stabilimento, non sanno quale sarà il loro futuro. Per migliaia di persone a Taranto questa è una assoluta emergenza. Lo è per i lavoratori e le lavoratrici, per le loro famiglie, per i titolari delle imprese appaltatrici, per i negozianti della città, per gli amministratori del territorio. Ma a Palazzo Chigi invece le emergenze sono altre: è urgentissimo arrestare chi balla ai rave, perseguitare chi soccorre i naufraghi, aiutare chi gira ogni giorno con 5000 euro in contanti e coprire gli speculatori dell’energia con i loro extraprofitti.,Noi siamo basiti, tanto più che lo Stato italiano è azionista di Acciaierie di Italia.,Per questo, sto depositando un’interrogazione, per capire se il Governo intenda o meno intervenire per tutelare l’occupazione a Taranto e puntare, con determinazione, ad una vera riconversione ecologica del sito". (Comunicato stampa coordinamento di Sinistra italiana Taranto)