Adesso è ufficiale: la tessera del tifoso va in pensione
Firmato il Protocollo di Intesa tra ministero dell’Interno e dello Sport con Coni e Federcalcio. Un po’ più rumore, con il ritorno di tamburi e megafoni dentro gli stadi, e un po’ meno tremore. «E’ un passo in avanti per offrire un’altra immagine del calcio», ha detto il ministro dello Sport, Luca Lotti, a fianco di quello dell’Interno, Marco Minniti, presentando il Protocollo d’intesa con Federcalcio e Coni. Nella sede della Figc ci si è ritrovati per mettere gli autografi davanti alle telecamere e per l’annuncio ufficiale, ma i contenuti della riforma erano noti: entro tre anni, basta con la tessera del tifoso, che al massimo diventerà uno strumento per il marketing delle società. E poi, altre novità, che potranno migliorare la fruibilità degli stadi, come ha spiegato Daniela Stradiotto, capo dell’Osservatorio nazionale per le Manifestazioni sportive, che per mesi ha lavorato all’intesa, insieme alla Federcalcio: «Vendita dei biglietti anche nel giorno della partita, anche se restano la nominatività del tagliando, il posto fisso e, per le partite a rischio, l’incedibilità del biglietto». Al solito, invece, la vendita dei biglietti del settore ospiti chiuderà alle 19 del giorno precedente della partita.
Si spera in una rivoluzione, auspica il numero uno del Coni, Giovanni Malagò, che sottolinea la necessità di un miglioramento degli stadi, vecchia piaga italiana. «Inizia una nuova strada - spiega il direttore generale della Federcalcio Michele Uva - con gli stadi di serie A che dovranno essere di quarta categoria. E poi, ci sarà l’acquisto libero dell’abbonamento e del biglietto, il giorno della partita, ma con un criterio di gradimento della società». Come in Inghilterra: se ti comporti male, il club ti può ritirare l’abbonamento. L’obiettivo è sempre lo stesso, da anni: «Avere stadi sempre più pieni, con famiglie, in un percorso di accoglienza».