Libri: Lo squallore e l'incanto: il mio nome è Santa
Primo romanzo di Alessandra Macchitella, giornalista e scrittrice di Taranto, è una storia strabiliante
DI PAOLO ARRIVO “L'amore rende tutti uguali”. È una scoperta grande rivoluzionaria disarmante; al pari della bellezza, è una condanna; o magari una conferma, finanche banale, ciò che intreccia i destini, le azioni e i sentimenti portando alla svolta ogni esistenza umana. I mortali lo sanno. Lo sperimentano anche i personaggi di “Santa”, il primo romanzo di Alessandra Macchitella, che è stato presentato nei giorni scorsi a Taranto, a Palazzo di città. Un'opera che ha suscitato interesse e curiosità.
Pubblicato da Les Flaneurs Edizioni, è un libro intrigante, ambientato nella città bimare – location ideale. Si legge tutto d'un fiato. Giocato sulla dualità, tra sogno, follia e realtà affronta i temi legati all'attualità: dei nostri tempi attraversa la crisi valoriale, le paure, le inquietudini, le solitudini dei soggetti più fragili; lo squallore e l'incanto. Non mancano romanticismo e sensualità, passione e carnalità. Che a tinte forti l'autrice sa tratteggiare. Alessandra Macchitella è una penna duttile, malleabile: ruvida e sopraffina. Una mente acuta capace di immedesimarsi nei personaggi senza mai giudicarli. Presenti nel testo, non meno rilevanti, i riferimenti alla nota questione ambientale che pesa come un macigno sulla città dei due mari. È un libro che presenta connotazioni antropologiche riuscendo a condensare in 117 pagine tutte le contraddizioni e i desideri del genere umano. Facendo della fantasia l'elemento dominante.
La storia vede protagoniste due gemelle: Santa e Luana. Sono l'una l'alter ego dell'altra – chiarisce Aldo Cazzullo nella prefazione - la prima è una ragazza scaltra, con un corpo da fata, desiderosa di successo; l'altra è una giovane volenterosa, dimessa, disillusa, che prova con fatica a farsi strada nel mondo del giornalismo. A intrecciare le vite delle due donne arriva Paolo, riparatore di oggetti malandati, e di persone. Allora si scopre che niente era come immaginato e che Santa - Luana si portano dentro un grande segreto.
Tra luoghi comuni (veritieri) e realtà stereotipate fin troppo abusate, l'autrice di Taranto ha il merito e il coraggio di denunciare il tema del precariato, dello sfruttamento che è dentro uno dei mestieri più incerti, agognati da tanti ragazzi: il mondo del quale lei stessa fa parte. Alessandra Macchitella è una giornalista vera, iscritta all'Ordine. Una pubblicista. E tanti suoi colleghi possono riconoscersi in uno dei suoi personaggi. Tutti, probabilmente, possono comprendere Santa. Come tutti i redattori, la scrittrice deve sottostare alle regole editoriali, ai margini della pagina stampata che sacrificano la libertà di espressione, la bellezza della scrittura. Almeno in parte. Ma il suo stile, in realtà, trova il modo di emergere quasi sempre, liricamente. Anche dentro l'attualità, in un pezzo di pura cronaca. O in quelli che l'anno scorso le costarono le attenzioni della criminalità organizzata...
Classe 1987, Alessandra Macchitella ha talento, creatività, classe. Un curriculum di tutto rispetto: nel 2017 si è aggiudicata il premio giornalistico “Tommaso Francavilla”. Per la casa editrice Edit@ ha pubblicato poesie e antologie di racconti. Ha scritto saggi. Con l'ultima opera non sa dove può arrivare; ma deve percepirne la qualità.
Chi cerca la bellezza in questo romanzo non rimane deluso ma stordito. Può trovare il massimo: il mistero del nostro essere al mondo. Un mistero adombrato dalla fede. Dagli interrogativi di chi cerca il Creatore, un ordine superiore. C'è desiderio di vita in “Santa”; l'amore come sentimento totalizzante, strumento di verità o di finzione ingovernabile; c'è il senso della finitudine e tanto altro (il finale è sorprendente) in quel che può essere considerato un piccolo capolavoro. Realizzato da chi è soltanto al primo romanzo.