Taranto: Andrea De Toni, 'E' mancata la forza del gruppo...'
E’ stato chiamato in causa nel finale di campionato, dopo essere stato messo fuori rosa, il portiere, classe ’94, Andrea De Toni, che nonostante il momento delicato è riuscito a destare una buona impressione ai tifosi e che dopo qualche settimana dalla retrocessione, a Blunote, commenta così: “E’ stata una stagione travagliata in cui nulla è andato per il verso giusto. La colpa primaria va attribuita a noi calciatori, anche se le tematiche esterne non ci hanno aiutato: in quei momenti è venuta meno la forza del gruppo”.
DE TONI: “Sono stato messo fuori rosa per alcune scelte che non spetta me giudicare. Poi sono stato chiamato in causa e ho cercato di dare il mio contributo. Nei disastri ritengo che la mia stagione sia stata positiva visto che sono riuscito ad esordire e a mettermi in mostra”.
MAURANTONIO: “Con Roberto ho un ottimo rapporto: si tratta di un grandissimo portiere e di un ragazzo d’oro. Nell’ultimo periodo qualche capello bianco in più, come lui, sarebbe servito nello spogliatoio: ci avrebbe dato maggiore giovamento e magari il loro contributo sarebbe servito a qualcosa. L’ho sentito dopo l’aggressione poi non più. Nei prossimi giorni lo richiamerò”.
L’AGGRESSIONE: “Il giorno dell’aggressione, noi portieri, ci stavamo allenando allo “Iacovone” (campo A): sentimmo delle urla ma non vedemmo nulla. Tutto ciò che sappiamo è solo perché ce lo hanno raccontato”.
LA SOCIETA’: “Ovviamente, li ho conosciuti personalmente: sono delle bravissime persone, a prescindere dalle scelte. A livello umano gli darei un’altra chance. Sono stati sempre vicini e puntuali nel rispettare gli impegni e sono stati i fautori del ritorno del Taranto in Lega Pro. Purtroppo si sono affidati a persone sbagliate”.
I TIFOSI: “E’ normale che ce l’abbiano a morte con noi calciatori e con la società: per loro il Taranto è una fede, una religione. Ci tengono veramente. La differenza tra la città dei Due Mari e le piazze del nord, in cui ho sempre giocato, è che li si vive la squadra e c’è un gran tifo. Si fa calcio vero. Hanno speso i loro soldi per venirci a vedere: mi dispiace tanto, ci ho messo tutto”.
LA METAMORFOSI: “Vedevo le partite e notavo la grande voglia di salvarsi da parte delle altre squadre: noi avevamo paura del baratro che poi ci ha tagliato le gambe. Sul piano tecnico-tattico non eravamo inferiori”.
TARANTO: “Con i tifosi mi sono trovato benissimo: rimarrei volentieri anche in serie D. Ovviamente dipende dalle scelte. Preferire la città ionica anche ad alcune piazze di Lega Pro. Mai dire mai…”.