San Fele, tra cascate fiabesche e prodotti artigianali
(Di Fabio Dal Cin) La Lucania, con i suoi contrasti, non finisce mai di stupire; dallo stemma della regione, rappresentato da quattro fiumi, il Basento, il Sinni, il Bradano e l'Agri, all’unicità dei suoi borghi, non delude mai le aspettative. Visitato di recente, il comune di San Fele (Pz), “terra di acqua, santi e briganti”, è custode di cascate fiabesche, depositario di tradizioni, come l’antica Gualchiera, macchina utilizzata in antichi opifici costruiti a ridosso delle cascate, e luogo dove è possibile incontrare artisti che valorizzano il proprio territorio. Camminando tra i noti e suggestivi percorsi d’acqua, tra le cascate “degli innamorati”, “gemelle”, faggeti e arbusti di more, è facile perdersi nel tempo, apprezzare l’autentico suono che solo luoghi incontaminati possono regalare. Lungo le principali vie d’accesso le guide ambientalisono pronte a indirizzare l’escursionista di ogni livello verso il sentiero più idoneo araggiungere le cascate; poi vi è il borgo antico, con la sua vita semplice, la sua devozione a San Giustino de Jacobis, alcune piccole abitazioni in vendita, e la sensazione di un inesorabile spopolamento. A volte però, quando si pensa di aver visto tutto ciò che meritava essere approfondito, ci si può ricredere. In procinto di andare via, sono stato piacevolmente attratto da un vicolo adornato con piccoligiocattoli, dinosauri, pappagalli e fioriere colorate. Qui, Anna Sofia, artista locale e proprietaria di una piccola e incantevole bottega/laboratorio m’invita a proseguire in quella direzione per scoprire altre creazioni che rendono incantevoli quei vicoli. Giunto a un belvedere dove è possibile ammirare la profondità del paesaggio circostante San Fele, torno indietro ed entro in negozio. I prodotti artigianali dimostrano attenzione nei particolari: quadri di paesaggi autunnali, innevati, gufi interracotta arricchiti con spiegazioni e aneddoti, bambole artistiche realizzate in terracotta e decorate a mano che simboleggiano la bellezza di ognuno di noi e regalate come buon augurio, la linea d’autore in porcellana che racconta la leggerezza di Botero, le tonalità esplosive di Matisse, lo stile fiorito di Klimt. Anna mi racconta delle difficoltà legate all’emergenza sanitaria e amplificate dalla posizione isolata di San Fele, del suo declino dopo il terremoto dell’Irpinia, della tanto attesa ripresa del turismo, della reale possibilità di vivere e lavorare nel proprio paese, puntando sulla qualità e, perché no, sulla vendita online. Il suo progetto, “Anna arts”, è un formidabile esempio di determinazione e sacrificio, di lungimiranza, di valorizzazione della cultura e delle bellezze del proprio territorio, di rinascita. (Foto Fabio Dal Cin)