Autonomia differenziata: UIL Taranto: ‘Vantaggio per Nord, svantaggio per Sud’
La UIL Taranto esprime una forte opposizione alla legge sull’Autonomia Differenziata approvata definitivamente dalla Camera nella notte di mercoledì 19 giugno. Questa riforma, che modifica profondamente l’assetto costituzionale del nostro Paese, è vista come un passo indietro rispetto agli sforzi per garantire coesione e parità di diritti a livello nazionale.
Pietro Pallini, coordinatore generale della UIL Taranto, ha dichiarato: "Dopo 40 anni di tentativi maldestri di modificare la Costituzione, siamo di fronte a una riforma partorita al contrario. Non possiamo accettare che decisioni così importanti siano prese senza una seria e duratura discussione parlamentare. La nostra Costituzione deve essere uno strumento di coesione civile, sociale, politica e nazionale, non di frammentazione“.
La UIL evidenzia come questa riforma, oltre a essere stata decisa senza un adeguato confronto democratico, rischia di amplificare le disuguaglianze tra le Regioni. Pallini continua: "Ci hanno richiamato all'art. 117 della Costituzione, che assegna la potestà legislativa allo Stato e alle Regioni, e all'art. 116, che prevede forme particolari di autonomia. Tuttavia, queste condizioni devono essere veramente particolari e non possono essere applicate in modo indiscriminato. È cruciale ricordare l'art. 120 della Costituzione, che sancisce che i diritti appartengono al cittadino e non a un territorio, e devono essere garantiti indipendentemente dai confini regionali“.
La riforma prevede che le Regioni possano autonomamente gestire 23 materie (14 definite dai LEP), tra cui Reti nazionali ed energia, porti e aeroporti, tutela dell'ambiente, beni culturali, scuola, politiche europee, politiche attive e sicurezza del lavoro. Questo potrebbe portare a disparità significative nella gestione dei servizi essenziali. "L’autonomia delle 20 sanità in Italia ha già mostrato effetti devastanti: 14 milioni di italiani, 1 italiano su 3, hanno rinunciato a una o più cure mediche, il 64% a causa dei tempi di attesa troppo lunghi e il 60% per il costo elevato," ha sottolineato Pallini.
Un aspetto particolarmente preoccupante riguarda il Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) e il Fondo per le Aree Sottosviluppate (FAS). "È inaccettabile pensare di utilizzare queste risorse per finanziare i Livelli Essenziali di Prestazione (LEP), come qualcuno latentemente suggerisce," ha detto Pallini.
"La UIL non è contraria all’autonomia delle Regioni, come previsto dall'art. 116 della Costituzione, ma questa deve avvenire garantendo prima la perequazione tra i territori, come stabilito dall'art. 119. Senza questo, non si possono garantire i diritti sociali e civili delle persone“.
La UIL insiste che una riforma di tale portata deve assicurare gli stessi diritti e condizioni di vita su tutto il territorio nazionale. "Un Paese più giusto, più equo, solidale e unito non può ripartire con parti già alla linea del traguardo e altre perfino lontane dalla linea di partenza," ha concluso Pallini. "Questo non è solo il punto di vista della UIL, ma anche del rapporto SVIMEZ e CENSIS. Una riforma che non elimina le disuguaglianze territoriali mette a rischio l'unità del Paese e ci rende sorvegliati speciali per l'Europa“.
UIL Taranto invita quindi tutte le forze politiche e sociali a riflettere seriamente sulle conseguenze di questa riforma e a lavorare insieme per un’Italia veramente unita e giusta per tutti i suoi cittadini.