Taranto: Trasporto disabili, dura nota della CGIL
Peluso: ‘Regione cambi linee guida pe i’internalizzazione servizio e dignità a lavoratori e famiglie’
“Quello che sta accadendo nel trasporto disabili della nostra provincia non ha nulla di civile o accettabile. Assistiamo increduli alla negazione di un diritto costituzionale soggetto al mercato in mano ai privati”. Esordisce così il segretario generale della CGIL di Taranto, Paolo Peluso, che torna a un mese di distanza sulla vicenda dei lavoratori della ex Tundo e sulle circa 200 famiglie che attraverso un bando dell’ASL di Taranto si rivolgevano al servizio per raggiungere i presidi di riabilitazione e assistenza della provincia ionica. Lo dicemmo chiaramente prima della pausa estiva – dice Peluso – un servizio così delicato, destinato ad una platea di fragili che non si può permettere le brusche frenate della burocrazia, dei ricorsi o dei cambi d’appalto, non può essere legato alla precarietà di affidamenti a privati. Va assolutamente efficientato e reso pubblico, attraverso processi di internalizzazione dei lavoratori. A rendere più forte questo convincimento è quello che sta accadendo in questi giorni.
Dopo lo stop del Consiglio di Stato nell’appalto per il servizio aggiudicato a suo tempo alla Tundo Spa, si sarebbe giunti alla riaggiudicazione del servizio. A vincere la gara sarebbe stata la tarantina “Padovano”. Ad oggi il servizio però è sospeso, perché la Tundo è disinteressata a garantire il servizio e pertanto non mette neanche la benzina nei mezzi e la Padovano subentrerebbe solo dopo il primo di ottobre. Condizionale d’obbligo perché i primi confronti tra azienda subentrante e Sindacati in sede ARPAL non sarebbero confortanti. Malgrado la gara d’appalto dell’ASL preveda garanzie per i livelli occupazionali e contrattuali – dichiara il segretario della CGIL – oggi sul tavolo di discussione arriva l’”irricevibile”: un taglio di alcune unità lavorative, il passaggio a istituti contrattuali peggiorativi (dal contratto della sanità privata a quello dei trasporti), e il taglio del monte orario destinato all’espletamento del servizio. I 66 lavoratori del settore, e i 200 assistiti meritano una risposta degna proprio dall’ASL e dalla Regione Puglia – conclude Paolo Peluso – per questo chiederemo con forza, attraverso la Funzione Pubblica CGIL e in via confederale, il cambio delle linee guida regionali per i processi di internalizzazione destinate al trasporto di persone fragili. Oltre ai malati oncologici è tempo di pensare anche al trasporto disabili.