Taranto: Migrante contro Forze dell’Ordine in Piazza Maria Immacolata

CRONACA
11.05.2021 14:57

Nel tardo pomeriggio di Lunedì 10 Maggio, in un’affollatissima Piazza Maria Immacolata (già Piazza Giordano Bruno) a Taranto, un migrante ha espresso il proprio malessere alzando la voce e protestando contro le forze dell’ordine accorse. Agenti di Polizia di Stato, Polizia Municipale, militari dell’esercito: una dozzina di unità hanno gestito la situazione, per circa 80 minuti. Non è chiaro cosa sia accaduto in origine. Chi scrive è giunt* sull’isola pedonale intorno alle 19.20. L’uomo era in piedi ed esprimendosi in inglese manifestava il proprio dissenso, contro non si è ben capito cosa, con veemenza. Poco dopo è arrivata un’ambulanza. I sanitari hanno cercato di farlo salire nell’autoveicolo e i vari tentativi lo hanno maggiormente agitato. L’uomo ha urlato «Take me!» e soltanto allora i poliziotti lo hanno ammanettato. La momentanea perdita della libertà di utilizzare le braccia ha galvanizzato il fratello nero, che in vari modi ha cercato di divincolarsi dalle forze dell’ordine. Un paio di militari chiedevano a chi stava firmando la scena con smartphone e iphone di mettere via gli apparecchi. “Se fosse stato italiano, lo avrebbero già buttato a terra» ha detto un uomo bianco cisgender. Una donna ha urlato: «Via da Taranto, via dall’Italia”. Taranto non è solo questo. Tantə, infatti, lə passanti (me compres*) che si sono fermatə per accertarsi che al fratello migrante non venisse fatta violenza. Chi scrive ha notato che, almeno in un primo momento, le forze dell’ordine hanno cercato in tutti i modi di evitare il contatto fisico con il migrante. Non è ben chiaro se, dopo l’arrivo del personale medico e paramedico, il migrante sia stato sedato, perché più volte, a seguito di tentativi di fuga, le forze dell’ordine e i sanitari si sono strettə attorno al lui, coprendone la visione. Alle 20 l’ambulanza è andata via. Seduti sul perimetro marmoreo della fontana, poliziotti e migrante hanno avuto modo di aprire un dialogo. Un paio di pacche sulla schiena, qualche risata, le manette ancora ai polsi: «Stiamo cercando di tenerlo il più calmo possibile» ha detto, qualche metro più un là, una poliziotta municipale a una delle tante persone che facevano domande. «Italiano, resisti!», «Migrante, resisti!»: l’uomo ha ripetuto queste parole come un mantra per qualche secondo. Poi ha urlato «Taranto, vaffan*ulo! Massafra, vaffan*ulo!», indirizzando gli impropri probabilmente alle realtà che hanno gestito la sua accoglienza e/o per le quali ha prestato o presta ore di lavoro non equamente retribuite, e ha scalciato contro gli agenti. Dopo qualche attimo di rinnovata tensione, al migrante è stata offerta dell’acqua. «Devi dargli del veleno, non acqua! - dice, in dialetto locale, un altro uomo bianco cisgender -.Devi lasciarlo morto per terra e andare via“. Questi commenti xenofobi ci rattristano non poco e manifestano l’urgenza di azioni di educazione alla differenza e all’ascolto per la comunità locale. Alle 20.22 la volante H3713, sopraggiunta circa 10 minuti prima, ha portato via il fratello migrante, ancora con le manette ai polsi. “Thank you, my friend!”. Uno dei poliziotti che gli sedeva vicino e gli prestava un primo ascolto, si è congedato da lui con queste parole. Fa strano che la vicenda si sia verificata a pochi metri dalla scritta Black Lives Matter, realizzata nel Giugno 2020 e ancora ben visibile su Via Berardi. Occorre costruire percorsi di autodeterminazione consapevole, intercettare i bisogni dei e delle compagnə migranti. Oggi più che mai occorre unire le forze, mettere in campo tutte le potenzialità di cui dispone la rete antirazzista e antifascista tarantina, coordinare servizi e campagne, perché è evidente che le azioni messe in campo dalle nostre singole associazioni non sono abbastanza. (Comunicato/testimonianza di Luigi Pignatelli)

Musica: Taranto unica tappa del Sud Italia per Asaf Avidan
Taranto: Asfalto nuovo in via Pacoret e via Nazario Sauro