Telegram e revenge porn, degrado e inciviltà sui social
Viviamo in un momento tecnologico allo stesso tempo bellissimo e bruttissimo. Abbiamo la libertà di scelta su come usare il nostro accesso ad Internet, come fare la differenza, come migliorarci come persone e ambire a comprendere più cose ma, purtroppo, Internet ha dato molta libertà anche a persone che usano questa immensa possibilità per fare solo danni. Danni causati dal loro egoismo, dal loro credersi al centro di tutto e che reputano il prossimo inferiore a loro ma che, soprattutto, credono che ciò che succede sul web resti sul web. In questi giorni è esplosa la bomba riguardante un gruppo Telegram a tema revengeporn/pedopornografia. Per chi non sapesse cosa sia Telegram: un’applicazione di messaggistica istantanea al pari (e su alcuni aspetti tecnici migliori) di Whatsapp. In questi giorni, come dicevamo in precedenza, è spuntato sui social il nome di un gruppo telegram di circa 43.000 membri dal nome “Stupro tua sorella”. In questo gruppo si presenta un via vai di immagini video e richieste l’una più orribile dell’altra. Uomini che vendono le figlie minorenni, giovani che inviano foto e video delle proprie compagne o ex o qualche fotomontaggio di persone presenti nei loro social. Il degrado, l’inciviltà, pensieri e atti mostruosi prendono vita in un luogo virtuale, dove nessuno pensa di star violando la privacy e l’intimità di qualcun’altra, di qualcuna che si era fidata di questi individui, magari una moglie, o direttamente la figlia che dice “ti voglio bene papà” mentre questi non solo la pugnala con pensieri ma scrive frasi irripetibili, frasi che non riesco neanche a pensare senza sentirmi male. Ma il problema non è solo l’esistenza di certi gruppi, esso ne causa altri due che sono, a mio parere, di pari importanza: non esiste una legge che tuteli le donne via internet e si da la colpa alla vittima ma andiamo con calma. Parliamo prima del dare la colpa alla vittima: perché dovremmo incolpare chi si sente al sicuro a mettere una foto su instagram, o sui social, o magari al proprio partner presa dalla fiducia? La colpa va data solo ed esclusivamente alla persona che prende quella foto e la fa girare sul web: Tiziana Cantore vi ricorda qualcosa? Ci sono conseguenze alle azioni, ma non è colpa della vittima, è colpa del carnefice, di chi fa male. Iniziamo imparando ad attribuire le colpe ai veri colpevoli. Infine abbiamo bisogno di pene più severe, di rendere veramente reale la sicurezza online, non è possibile che il revenge porn, la violazione di intimità, di privacy delle persone, delle donne venga così tanto ignorata sul web, soprattutto in un periodo in cui il web è una delle fonti principali di comunicazione per la popolazione. Le cose devono cambiare, possiamo farle cambiare e chi pensa il contrario chi svilisce il problema, non è meno colpevole di chi si macchia. Iniziamo a cambiare, diamo sicurezza a tutti, a tutte le donne, non aspettiamo che altre si suicidino per colpa della vergogna causata da qualche viscido. Cambiamo oggi, diamo sicurezza a chi ne ha bisogno.
DI GIULIO PIO DIMA