Stendardo: "Io venduto? Ho sempre dato il massimo"
Mariano Stendardo rompe il silenzio stampa scegliendo Facebook per riferire sull'aggressione di mercoledì pomeriggio allo "Iacovone": "Ciò che è accaduto ieri rappresenta un gesto vile e vergognoso - scrive Stendardo - che non ha leso soltanto i diritti di noi calciatori ma ha mortificato e annientato i valori dello Sport. Essere stati aggrediti verbalmente e fisicamente, con calci e pugni da personaggi violenti armati di coltelli, spranghe e bombe mi ha davvero spaventato e ha turbato profondamente il mio stato d'animo. Personalmente sono molto deluso per due ragioni: la prima è che siamo stati accusati di aver venduto una partita di calcio e questo è inaccettabile dopo aver dato sempre il massimo in campo con i miei compagni di squadra per il Taranto. La seconda è che nella vita e nel calcio mai mi era capitato di vivere una situazione del genere ossia quella di subire un'aggressione così violenta senza alcun tipo di tutela e sorveglianza, che non mi ha colpito soltanto fisicamente ma ha leso soprattutto la dignità, la morale e la lealtà di tutti noi calciatori. Ho già contattato l'AIC che è intervenuta tempestivamente, ho apprezzato moltissimo la solidarietà del presidente Gravina e adirò le vie legali per tutelare la mia persona e la mia famiglia affinché sia fatta giustizia per me e per i miei compagni di squadra".
Rimaniamo del parere che, per quanto scosso, Mariano Stendardo debba rimanere al suo posto, evitando di scappare: anche lui sa che Taranto non è quella dei 30 delinquenti di mercoledì pomeriggio.