Taranto, la storia oltre il cinema: Palazzina Laf

Cultura, musica e spettacolo
03.10.2024 17:10

Ventisei anni fa, il 7 novembre 1998, la magistratura mise solo sequestro la Palazzina Laf, l’edificio della fabbrica in cui i dirigenti del centro siderurgico Ilva confinavano i lavoratori indisponibili ad accettare il demansionamento. Fu il primo clamoroso caso di mobbing in Italia, un caso esemplare di persecuzione sul luogo di lavoro che portò nel 2001 alla condanna (poi confermata nei due successivi gradi di giudizio) di undici persone: dirigenti, capi e il proprietario dell’Ilva, Emilio Riva.

La vicenda, che ha ispirato il film del regista tarantino Michele Riondino, verrà raccontata da alcuni dei protagonisti (reali) lunedì 14 ottobre nella sala Agorà della biblioteca civica Acclavio di Taranto. Taranto, la storia oltre il cinema. Palazzina Laf è un incontro (inizio ore 17) che ha l’obiettivo di andare alle origini della storia, ricostruendola grazie alle testimonianze di coloro che la vissero. L’incontro è aperto a tutti ma è nato avendo come pubblico ideale i giovani e gli studenti. Ci auguriamo possa essere un “esercizio” di educazione civica.

Sarà presente Alessio Coccioli, il magistrato che all’epoca condusse l’inchiesta giudiziaria con il procuratore aggiunto Franco Sebastio, scomparso a gennaio dell’anno scorso. Coccioli è attualmente procuratore a Matera. Con lui ci saranno due ex lavoratori confina8 nella Laf, Claudio Virtù e Giuseppe Palma, i quali racconteranno la loro storia e le difficoltà lavorative e umane vissute. Virtù ha scritto nel 2001 il libro “Palazzina Laf. La violenza del padrone”, ripubblicato recentemente. A questo libro il regista Riondino ha attinto per il suo film. Sarà presente all’incontro Carlo Vulpio, inviato del Corriere della Sera, che nel 2009 dedicò il libro “La città delle nuvole” a Taranto, al suo dramma ambientale e umano. Della palazzina Laf scrisse: “Dimostra che come non c’è mai limite all’inquinamento dell’aria, dell’acqua, della terra, così non c’è limite all’inquinamento delle coscienze e allo scempio della mente delle persone”.

Lunedì 14 ci sarà anche la testimonianza di Marisa Lieti, la psichiatra che seguì i lavoratori e denunciò pubblicamente la condizione dei lavoratori confinati. Sergio Tersigni leggerà alcuni brani legati alla vicenda, ricordando Franco Sebastio, il procuratore della Repubblica che visse con partecipazione e amarezza la vicenda, riversandola in una appassionata requisitoria. L’incontro sarà coordinato dal giornalista Tonio Attino, che lo ha promosso insieme a Vincenzo Di Renna, docente del liceo artistico Calò.

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