Taranto: Confcommercio, ‘Piano strategico per salvare commercio di vicinato’
Giuseppe Spadafino: ‘Serve una clausola di salvaguardia’
“Un’attenzione speciale per i negozi di vicinato del capoluogo“. È l’appello delle imprese del commercio al dettaglio. “In un momento come l’attuale - dichiara Giuseppe Spadafino, vice presidente vicario di Confcommercio Taranto -, in cui la sopravvivenza delle attività di vicinato appare seriamente minacciata dalla nuova emergenza, rappresentata dall’ondata di aumenti di luce, gas e rincaro delle materie prime che rischia di vanificare gli sforzi fatti per sopravvivere alla crisi pandemica, le imprese ci chiedono più attenzione, più politiche dedicate”.
Sui grandi temi dell’economia e dello sviluppo, la Confederazione sta portando avanti un’azione di confronto con il Governo centrale, ma contestualmente occorre mettere in atto a livello locale percorsi su misura per le attività di vicinato e per le vie del commercio.
“Al di là degli aspetti tecnici sul redigendo Piano Strategico del Commercio, su cui nel periodo della gestione commissariale siamo intervenuti con una nota ufficiale indirizzata all’Amministrazione Comunale - spiega ancora Spadafino -, in questo particolare momento ci preme rimarcare alcuni concetti per noi imprescindibili. Uno strumento di pianificazione così importante per il futuro dell’offerta del commercio della città, non può limitarsi a definire le regole in maniera asettica. Occorre introdurre nel Piano Strategico una clausola di salvaguardia, cioè criteri di tutela del commercio di vicinato, che garantiscano la sopravvivenza del commercio di prossimità limitando al massimo la nascita di nuove medie e grandi strutture di vendita. Contestualmente,vanno introdotte misure di contenimento all’apertura di nuove attività di somministrazione, particolarmente in alcune zone della città ormai sature, attraverso la cosiddetta somministrazione tutelata, decidendo il blocco per due o tre anni della nascita di ulteriori distributori automatici nel centro storico, come fatto recentemente dal Comune di Lecce. Tutto ciò senza dimenticare che il Piano Strategico del Commercio andrebbe armonizzato con gli altri strumenti di pianificazione come il PUG, al fine di rimuovere i principali ostacoli che rendono ancor più difficile la vita delle attività commerciali della città (viabilità caotica, carenza di posti auto), ma anche per individuare soluzioni utili a riequilibrare il rapporto tra commercianti e residenti, limare le conflittualità”.
Riflessioni sulle quali andrebbe aperto un confronto prima di andare avanti con il Piano che non può limitarsi a essere, lo ribadiscono con forza anche i Presidenti delle delegazioni di via e delle principali categorie merceologiche di Confcommercio, un documento di pianificazione, decontestualizzato dalla realtà e dall’ambiente urbano.
Il Piano deve portare con sé una nuova vision del territorio, un diverso modo di concepire l’offerta commerciale quale ‘risorsa’ indispensabile che da valore all’offerta turistico-culturale del territorio. L’obiettivo comune di amministrazione e organizzazioni di rappresentanza del commercio e del turismo deve essere quello di lavorare in sinergia per migliorare l’attrattività delle aree del sistema, incentivando, attraverso politiche anche di sostegno, il piccolo commercio, l’apertura di nuove attività, impedendo la chiusura dei negozi di prossimità, e programmando azioni che migliorino la viabilità, il decoro, i servizi, l’immagine e la qualità delle aree urbane. (Comunicato stampa)