Torre Colimena: un paradiso del litorale tarantino orientale
(Di Fabio Dal Cin) Le giornate invernali, specie se soleggiate e accompagnate da temperature gradevoli, offrono opportunità per allontanarsi dalla routine della città, abbandonare quella frenesia propria dei tempi moderni e distrarsi dalle grigie statistiche. A pochi chilometri da Taranto, verso il litorale orientale, gli scenari sono unici: splendide dune, macchia mediterranea e l’azzurro del mare all’orizzonte sono gli ingredienti alla portata di chiunque voglia concedersi una breve gita fuori porta. Il litorale tarantino orientale è caratterizzato dalla presenza di Riserve Naturali, oasi e piacevoli percorsi dove poter praticare nordic walking, birdwatching ecc. In questo scenario, Torre Colimena è una tappa obbligata, punto di partenza per dedicarsi a un’entusiasmante escursione naturalistica per ammirare le vicine spiagge, le Dune Costiere, la Palude del Conte e naturalmente la Salina dei Monaci con i suoi incantevoli fenicotteri. Un vero e proprio paradiso per gli uomini da ammirare all’alba oppure più comodamente al tramonto; colori che variano a seconda dell’ora del giorno, l’aria carica di profumi propri della macchia mediterranea. Il suggerimento è quello di affidarsi a guide ambientali escursionistiche, professionisti specializzati nel turismo sostenibile, educazione e interpretazione ambientale. Le aree protette sono a portata di tutti, ma hanno delle regole fondamentali senza le quali si rischia di compromettere equilibri delicati. Una delle mete più incantevoli, è la Salina dei Monaci, fino a vent’anni fa luogo degradato ed abbandonato, ma che oggi, grazie alle amministrazioni locali e volontari, è stato bonificato e restituito alla popolazione. Un bacino retrodunale che richiama da tutta l’Italia fotografi e naturalisti. La Salina dei monaci, infatti, è un’area protetta e parte integrante delle Riserve Naturali del Litorale Tarantino Orientale, caratterizzata da sorprendente biodiversità la cui rigogliosa vegetazione è divenuta habitat ideale per numerose specie di avifauna migratoria come il fenicottero e della fauna terrestre. Qui una comunità di monaci benedettini, insediatasi già nel medioevo, si occupò per secoli dell’estrazione del sale, considerato, all’epoca, al pari dell’oro poiché indispensabile per la conservazione degli alimenti. In questa zona è possibile ammirare il salicornieto, ecosistema caratterizzato da specie alofile, capaci cioè di proliferare su terreni salmastri, luogo ideale per offrire riparo a numerose specie migratorie come il Cavaliere d’Italia; il giglio di mare, il ginepro, il lentischio e altro ancora. (Foto Fabio Dal Cin)