Spettacolo: ‘Morte tua, Vita mea’, pioggia di risate al teatro Orfeo...
DI MARIA PASTORELLI
“MORTE TUA, VITA MEA” scritto e diretto da Dante Marmone con Dante Marmone e Tiziana Schiavarelli con la partecipazione di Mimmo Pesole – 1 febbraio 2018 – Teatro Orfeo (Taranto)
“Morte tua vita mea” è una commedia che lavora muovendo da una sana e liberatoria comicità , che mette nella condizione il pubblico di scaricare in un istante le tensioni accumulate e liberare le energie represse dalle tante preoccupazioni della vita quotidiana. La risata è il filo conduttore ma le scene e gli intrecci sono scritti e recitati al fine di evidenziare con leggerezza proprio quelle caratterizzazioni peggiori del modo di essere di certi esseri umani come egoismo, avidità, cinismo e strafottenza, gravi inflessioni dell’animo legati a una vera e propria lente di ingrandimento attraverso il quale lo spettatore osserva al pari di uno studioso di antropologia le tracce sporche e nascoste di una società che il più delle volte è essa stessa a corrompere buon senso e buone intenzioni. La storia è quella di un uomo benestante di nome Salvatore Ceronte, che è afflitto da apoplessia e stati di malessere quindi sempre in bilico tra la vita e la morte. La scenografia è composta ma molto graziosa, l’attenzione è sul divano semplice è disposto al centro del palco, e non appena si apre il sipario impone la presenza scenica dell’attore Mimmo Pesole, compagno degli storici e famosi attori di Catene Dante Marmone e Tiziana Schiavarelli, uniti oltre che sul set e in scena anche nella vita. Salvatore è steso sul divano, con gli arti impalati, immobile come un giunco mentre Regina, la protagonista seduta a destra su una bella poltrona, con alle spalle una vetrina lugubre, comincia a fare una chiamata dopo l’altra per avvisare amici e parenti, telefonate che sfociano in una serie di fraintendimenti e bizzarre uscite di lei che non si presenta agli occhi degli spettatori come una “verginella” dolente.
Il decesso per cause naturali e non violente collegare alla malattia di lui permetterebbe alla moglie di mettere finalmente le mani sul suo patrimonio e rifarsi una vita col suo amante nonché ragioniere che da anni lavora alle dipendenze di Rino ( vezzeggiativo di Salvatore), e ai vari parenti ingordi e riprovevoli di mettere le cianfe su quel che ancora resta invenduto. La sua presenza in vita è soltanto un peso, una scomoda responsabilità per lei che avrebbe voluto fare una vita più ricca di viaggi, divertimenti e agi.
In “MORTE TUA, VITA MEA” si gioca a carte scoperte, i parenti del de cuius a puntate e per finta, non si camuffano, non nascondono affatto al moribondo di desiderare che la sua morte arrivi presto e lui, dal carattere buono e dal volto spesso di una tenerezza disarmante, esasperato dalle loro insistenti attese, cerca di collaborare sforzandosi a morire.
Ma quasi come fosse una colonna che ha funzione strutturale della buffa vicenda Salvatore si riprende sempre, costringendo la moglie Regina e tutti i parenti, appesi a un filo che non si spezza mai, come una legge del contrappasso o una legge karmica che sembra prendersi gioco della loro voracità e della vacuità del loro vivere. Ed è proprio il destino che sul finire della storia dà una mano a Salvatore, ribaltando il gioco delle parti e trasformando gli aguzzini in vittime e viceversa, con inaspettati colpi di scena che fanno saltare il pubblico dalla sedia in una continua danza emozionale. La situazione perde i contenuti di sofferenza per diventare vera e propria liberazione e presa in giro come quando lei si ritrova a dover gestire un marito diventato bambino e la morte che arriva a casa di Rino e Regina e diventa solo un amico col quale interloquire, scherzare e ridere. E la morte non vince, non fa più paura, anzi essa stessa offre spunti per essere beffeggiata e presa a colpi di risate. Il vento di questa ilarità fa cadere al boia ( l’ennesimo personaggio interpretato dal geniale e camaleontico Dante Marmone) perfino la mannaia. La fine non la si svela, per scaramanzia naturalmente, ma l’indizio è che il bene vince sul male...
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