Acciaierie d’Italia: Antonio Surgo (Mes) si appella al sindaco Melucci
"Siamo esterrefatti di fronte alle ultime notizie che provengono da Acciaierie d'Italia all'indomani della visita a sorpresa del ministro dell'economia e delle finanze Daniele Franco - dichiara in una nota stampa Antonio Surgo, responsabile delle relazioni industriali per Taranto Brindisi e Lecce del Mes, movimento socialista europeo -. Il titolare del Mef avrebbe incontrato i vertici aziendali, accompagnato dal presidente Bernabè, a seguito dell'annuncio del ministro dello sviluppo economico Giorgetti che ha preannunciato la possibilità di garanzie finanziarie dello Stato per circa un miliardo di euro per superare le attuali criticità”.
"L'ipotesi di trasferire nuovi fondi statali, soldi dei contribuenti italiani, è un azzardo, considerando che è slittato al 31 maggio del 2024 il passaggio della maggioranza azionaria a Invitalia - stigmatizz Surgo -. A oggi, quindi, lo Stato italiano è socio di minoranza della società che gestisce lo stabilimento più grande d'Europa e per l'ennesima volta tenta di risolvere i gravi problemi, addebitabili solo alla mala gestione, investendo denaro pubblico. Acciaierie d'Italia, nonostante il conflitto bellico in corso abbia fatto aumentare la domanda di acciaio, è alle prese con una grave crisi irreversibile che riguarda la difficoltà di far funzionare gli impianti, pagare ditte dell'appalto e fornitori e garantire ai lavoratori condizioni di sicurezza. Invece si fermano i reparti e si avvia la cassa integrazione. Lo stabilimento di Taranto cade a pezzi. Il caso dell'azienda Iris di Torricella che sta per chiudere i battenti è emblematico. Ci uniamo alla richiesta dei sindacati dei metalmeccanici chiedendo al Governo di far rispettare gli impegni assunti e ristabilìre gli equilibri saltati anche nell'ufficio acquisti”.
”Ecco perché siamo assolutamente contrari al fatto che il Governo stia pensando di venire incontro alla crisi dell'azienda mettendo mani al portafogli - prosegue Surgo -. Così facendo si perpetuerebbe solo e nuovamente scempio di denaro pubblico dimenticando la città e i lavoratori. Una gestione che licenzia alcuni dirigenti garantendo loro i dovuti trattamenti di fine rapporto e poi li richiama in servizio con lauti compensi (è il caso del responsabile degli altiforni per esempio) non va premiata né aiutata a coprire le falle prodotte ma va vigilata e addirittura cacciata via".
"Ecco perché è necessaria un'azione corale che coinvolga anche la politica - conclude il referente del Mes -. Ci appelliamo al neo rieletto sindaco Rinaldo Melucci e al presidente della Regione Michele Emiliano affinché sostengano la nostra azione coinvolgendo le rispettive giunte”.