Taranto: La scommessa delle ‘due ruote’ ai tempi del Covid
(Di Fabio Dal Cin) La bicicletta, ufficialmente inventata in Francia alla fine del ’700, ma secondo altre fonti apparsa per la prima volta , grazie al genio di Leonardo, alla fine del ‘400, vive “una seconda giovinezza”. Sono quasi 200 i km di ciclabili pop up nate nel 2020 in Italia. Il Friuli Venezia Giulia è la regione bike – friendly, continuano a eccellere i comuni dell’Emilia Romagna, Milano registra il miglior incremento con 35 nuovi Km di piste ciclabili, resta invece distante il Sud. Alla base di questa piccola rivoluzione culturale in epoca Covid, vi è il minor utilizzo dei mezzi pubblici, non sufficientemente idonei a garantire il distanziamento sociale, l’introduzione del Bonus Bici - vero detonatre di un boom senza precedenti – unitamente ad alcune importanti novità normative, la riscoperta dei suoi benefici psicofisici. La correlazione tra effetti del lockdown e mobilità urbana sono stati oggetto del recente dossier dal titolo ‘Covid Lanes’ pubblicato da Legambiente. E’ emerso che, nel periodo post lockdown, in Italia si è assisitito a un aumento significativo degli spostamenti in bici e ad una maggiore attenzione alla mobilità sostenibile da parte dei cittadini. I vantaggi della mobilità ciclabile? In parte evidenti: ridotta spesa per gli spostamenti, maggior benessere psicofisico, riduzione dell’inquinamento e del traffico. Nel 2020, secondo quanto riportato da Legambiente, abbiamo assistito alla realizzazione di corsie riservate alle bici dai costi contenuti e interventi leggeri. Interventi, da integrare successivamente con l’aggiunta di protezioni e la definizione di passaggi esclusivi mirando a trasformarli, nei mesi successivi, in vere ciclabili. Validi alleati della statistica, che vede un risveglio culturale della mobilità a due ruote, sono la ben nota applicazione Google Maps, che ha registrato un aumento del numero di richieste di indicazioni stradali in bicicletta in tutto il mondo del 69%, e la sempre più diffusa rete di contatori di biciclette, Eco-Counter (colonnine dotate di sensori in grado di identificare il passaggio delle bici), che hanno rilevato in Italia, nel mese di settembre 2020, un aumento del 27,5% . I vari Pums - Piani Urbani di Mobilità Sostenibile – tra l’altro, prevedono il traguardo di 2.626 km di nuove piste ciclabili, da sommare ai 2.341 km già esistenti in 22 città italiane. E Taranto? Il cittadino da diversi mesi assiste, con commenti tra il serio e il faceto, alla creazione di nuovi percorsi delimitati e destinati ai ciclisti. Per ciclisti non s’intende solo il professionista o l’atleta di questa disciplina, ma tutti coloro che per allenamento fisico, benessere della mente o per godere delle bellezze della città (da provare i benefici di una pedalata tra i viali alberati del lungomare, il castello aragonese e il ponte girevole?) hanno sposato la causa delle “due ruote”. Dal sito del Comune di Taranto si evince che ammontano a 947.881,67 euro le risorse destinate, con decreto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per il Comune di Taranto, a potenziare la rete di piste ciclabili appostate. I fondi si aggiungeranno ai circa 800 mila euro già riconosciuti dalla Regione Puglia al capoluogo ionico. Le citate risorse sono destinate specificamente alla progettazione e alla realizzazione di ciclostazioni e di interventi concernenti la sicurezza della circolazione ciclistica cittadina, quali l’ampliamento della rete ciclabile e la realizzazione di corsie ciclabili. Progetti in parte già individuati nel PUMS, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, adottato nel dicembre del 2018, ma che tuttavia necessitano di nuovi impulsi adottando il concetto di “carpe diem”. Si resta in attesa della realizzazione di un sistema di percorsi ciclabili in grado di garantire un’accessibilità diretta alle scuole secondarie di secondo grado, di consentire di raggiungere in sicurezza le zone di Lama e San Vito, oppure – sognare è lecito – un lungo percorso che consenta di “costeggiare” i nostri formidabili litorali. Inoltre, lo sviluppo di piste ciclabili, implica la creazione di una logistica di supporto, fatta di aree parcheggio e l’installazione di apposite rastrelliere. La via è tracciata, il momento è favorevole, ora bisogna solo “pedalare”. (Foto Fabio Dal Cin)