La lettera che ci giunge dai famigliari dei detenuti del carcere di Taranto non può essere ignorata, perchè ultimo tassello di una proposta di cui l’Associazione Pannella si è fatta portavoce da tempo, e che riguarda tutti gli isitituti penitenziari italiani e quello di Taranto in particolare. Già in passato a seguito delle nostre visite presso la casa circondariale di Taranto abbiamo denunciato, insieme al grave stato di sovraffollamento e violazione di diritti umani dell’istituto, dovute a carenze sia strutturali che gestionali, la latitanza della magistratura di sorveglianza. Da quello che ci hanno raccontato i reclusi, e verificato dalle statistiche di uscita, il giudice, chiamato ad occuparsi di una pena che sia costituzionale, in realtà, agisce senza nemmeno conoscere i singoli detenuti. Dalle testimonianze raccolte, a differenza di quanto accadeva sino a qualche anno fa, in cui la magistratura di sorveglianza di Taranto brillava per senso di giustizia e corretta applicazione delle pene alternative, ad oggi vi è un picco spropositato di istanze rigettate o addirittura senza risposta. Questa mancanza si fa più grave oggi alla luce dell’emergenza Covid e dei decreti ad esso connessi, che proprio alla magistratura di sorveglianza hanno affidato il compito di procedere alla messa in sicurezza della comunità penitenziaria attribuendo loro il compito di procedere con l’affidamento ai domiciliari. Per questo chiediamo ufficialmente al Tribunale di Sorveglianza di Taranto di fornire i dati di quante liberazioni anticipate e permessi sono stati concessi nel periodo pre e post covid. In molte realtà, come Rebibbia e Trani, i magistrati sono stati affiancati dalla direzione del carcere per smaltire più velocemente le pratiche, cosa che ha placato rivolte e contagio, mentre a Taranto ci risulta che non sia stata garantita neppure la possibilità dei colloqui Skype per tutti i detenuti privati per l’emergenza dell’incontro con i familiari. Non saranno pannicelli caldi o mascherine distribuite all'esterno e non all'interno del penitenziario a garantire i loro diritti. Tornando a ribadire la necessità di dotare tutta la comunità penitenziaria dei necessari dpi certificati, l’Associazione Marco Pannella chiede che presso il carcere di Taranto si applichino tutte le misure gia previste dal decreto per allentare il sovraffollamento e si ricorra alla necessaria riduzione dell’abuso della custodia cautelare. (Associazione Marco Pannella).