L'Alessandria dei "tarantini" sogna la B e la semifinale di Coppa Italia

Calcio Varie
Redazione
17.12.2015 00:56

Una parte di Taranto e del Taranto a fare le fortune dell'Alessandria. Cristian Sosa, Adriano Mezavilla, Emanuele Nordi, ma soprattutto Angelo Adamo Gregucci, Adamo come tutti sono soliti chiamarlo nella sua San Giorgio Jonico. È proprio lui, il trainer sangiorgese discepolo di Roberto Mancini, l'artefice della rimonta dell'Alessandria formazione militante nel Girone A della Lega Pro. Con lui in panca, chiamato a sostituire l'esonerato Giuseppe Scienza, la formazione piemontese ha cambiato volto e in due mesi e mezzo è passata dalle sabbie mobili della zona play-out al primo posto solitario in classifica. Otto vittorie, due pareggi e una sola sconfitta: 22 gol fatti e solo sette reti subite. Questi i numeri da record dell'Alessandria di Gregucci, che si è anche permessa il lusso di raggiungere lo storico traguardo dei quarti di finale di Coppa Italia dopo aver battuto a domicilio Palermo e Genoa, compagini di Serie A. Ora, i "grigi" affronteranno lo Spezia sognando la semifinale. Ma lui, Adamo Gregucci, non si scompone e soprattutto non dimentica che tutto è iniziato nella sua Taranto. "Si è vero, ho effettuato tutta la trafila nelle giovanili - ci dice - per poi arrivare finalmente in prima squadra nel campionato 81-82, con Angelo Carrano in panchina e prima di essere ceduto proprio all'Alessandria, dove sono rimasto per quattro stagioni". Una carriera brillante la sua: difensore centrale, stopper come si chiamavano un tempo, bandiera della Lazio agli inizi degli anni '90 con due apparizioni nella Nazionale di Azeglio Vicini. Poi Torino e Reggiana, dove ha chiuso la carriera di calciatore. Da allenatore ha iniziato con Roberto Mancini alla guida tecnica della Fiorentina, proseguendo, da solo, in piazze calde e importanti come Salerno, Venezia e Vicenza per poi ritrovarsi con il suo amico Mancini al Manchester City. Ma Taranto non l'ha dimenticata: "Mi documento, guardo sempre i risultati e mi dispiace moltissimo che Taranto si trovi in Serie D. Purtroppo, il calcio moderno è programmazione, solo programmando si possono raggiungere traguardi ambiziosi. Una volta raggiunta la Lega Pro, oppure la Serie B, bisognerà avere una struttura e una solidità economica per rimanervi. Auguro al Taranto di tornare quanto prima nel calcio che conta. La città ha una storia, un blasone e una tifoseria che meritano certamente paltee diverse". Prima di lasciarci, chiediamo ad Adamo Gregucci se mai in futuro lo vedremo sulla panchina del Taranto, e se gli piacerebbe. "Certo che mi piacerebbe. Io sono fatalista e nella vita non si può mai dire mai. Per ora sono l'allenatore dell'Alessandria e spero di raggiungere gli obiettivi per i quali la società mi ha chiamato". (Scritto da Mimmo Nesca)

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