TARANTO: C'erano una volta... Rosario Bennardo

TARANTO
Redazione
03.07.2016 12:34

Per la rubrica settimanale "C'erano una volta...": ROSARIO BENNARDO
- Rosario ben ritrovato con il pubblico di Taranto. Sono ben 4 le stagioni che ti hanno visto protagonista nella città dei due mari, 43 presenze e 2 gol sono i numeri che hanno rappresentato la tua avventura a Taranto. Approdato nella società ionica nel 2001 con l'era Pieroni, in quella stagione amarissima culminata con un secondo posto nella  serie C1  girone C e una finalissima di play off sul groppone persa con il Catania. Soffermiamoci sulla prima stagione, da uno stadio e una tifoseria che in quegli anni non hanno mai fatto mancare il loro supporto, una squadra fortissima con gente del calbro di Monza, Riganò, Galeoto, Cazzarò, Giuliano ecc ecc.. Cosa ricordi di quella sfortunata prima stagione con la maglia rosso blù? considerando che quella maledetta annata segnò inevitabilmente i tifosi del Taranto in maniera negativa.
Dal punto di vista fisico e tecnico quella stagione è stata molto positiva, ho iniziato a giocare subito dopo il mio approdo a Taranto disputando da titolare quasi tutto il campionato. Il finale di stagione è stato molto sfortunato, purtroppo non è finito come tutti si aspettavano, la squadra ci credeva tantissimo e sperava di conquistare la serie B. Per quanto riguarda i tifosi rosso blù posso solo dire che giocare alla Iacovone è un emozione indescrivibile. Sono d'accordo sul fatto che quella maledettissima finale abbia segnato e non poco i tifosi del Taranto, ancora oggi quando torno in città la gente me la riporta tristemente alla mente. E' vero, molti tifosi sono rimasti malissimo perchè eravamo ad un passo dal traguardo, ricordo che perdemmo ingiustamente la finale di andata giocata a Catania. Per quanto riguarda la squadra parliamo di una corazzata, una squadra in fortissima crescita durante il campionato, una macchina praticamente quasi invicibile.
- Sappiamo che sei legatissimo alla città, la stessa che ha dato i natali alla tua signora ed i tuoi figli. Un popolo quello tarantino, da sempre passionale che nonostante anni e anni di delusioni ha mostrato più volte l'amore sviscerato verso la gloriosa maglia rosso blù. Ci sono aneddoti particolari che Rosario Bennardo custodisce nel suo cuore durante l'esperienza a Taranto?
Sono molto legato alla città, i miei figli e mia moglie sono di lì, quando torno in città e passeggio per il centro è sempre un piacere. ll calore della gente nei miei confronti è rimasto immutato, ancora oggi la gente mi riconosce per strada. I tifosi del Taranto poi sono unici. Gli aneddoti sono tantissimi, le uscite con gli amici, il mare fantastico e le gite in barca.. ce ne sarebbero davvero tantissimi da raccontare.
- Catania, Avellino, Nocerina, Palermo, Cosenza tanto per citarne alcune.... cosa significa per un calciatore professionista calcare stadi caldissimi di piazze passionali e affamate di calcio?
Ho avuto la fortuna di iniziare la mia carriera in una piazza calda come quella di Battipaglia, i tifosi erano sempre presenti nel bene e nel male. Giocare poi in altre piazze come Taranto, Nocera, Catania, Cosenza, Brescia e Avellino sono esperienze che ti fanno crescere molto presto trasmettendoti quella maturità calcistica che altri giocatori acquisiscono col tempo.
- Che idea ti sei fatto del calcio moderno? sei d'accordo anche tu sul fatto che i giocatori di oggi badano troppo al discorso economico e pochissimo alla maglia che indossano?
A livello tecnico il calcio è cambiato molto, è diventato molto più fisico e meno tecnico. I calciatori pensano molto ad apparire trascurando valori fondamentali. Io ad esempio sono passato dall'altra sponda, ho conseguito il patentino e quest'anno ho allenato in Eccellenza. Purtroppo devo confidarvi con rammarico che c'è gente costretta a portare sponsor per avere la possibilità di allenare e di giocare. Diciamo che quello moderno è un "calcio malato".
- Una piazza quella di Taranto innamorata del calcio ma costretta a fare i conti con una realtà che al momento non è diversa dalla serie D. Come ti spieghi che società storiche come ad esempio Reggina e lo stesso Taranto annaspano nell'inferno dei dilettanti?
Per quanto riguarda la Reggina credo che il problema di fondo sia stato quello di fare il passo più lungo della gamba. Dalla serie A i granata si sono ritrovati con una marea di debiti e costretti a fare i conti con un fallimento che ha spazzato via anni e anni di calcio a grandi livelli. Per il Taranto invece sembra una maledizione non riuscire a tornare tra i professionisti, quando sembra che ci siano tutti gli ingredienti per fare il salto di qualità qualcosa puntualmente si inceppa. Onestamente non capisco come mai un imprenditore fortissimo non venga ad investire in una piazza come Taranto, una città che a livello di tifo potrebbe competere con chiunque.
- Al termine della stagione attuale il Taranto per la terza volta di fila ha sfiorato la promozione diretta arrivando secondo in campionato, per poi perdere gli ennesimi play off della sua storia. Hai avuto modo di seguire negli ultimi anni le vicissitudini del club?
Seguo sempre con piacere il Taranto da quando sono andato via, le squadre allestite negli ultimi anni sono squadre di buonissimo livello ma purtoppo la sfortuna continua a perseguitare la compagine rosso blù. Il Benevento ad esempio prima di spiccare il volo verso la serie B ha dovuto inseguire il sogno per tantissimi anni. Speriamo che al più presto arrivi anche per il Taranto questo momento.
- Una piazza intera chiede a gran voce il ripescaggio in Lega Pro, i criteri divulgati dalla federazione appaiono abbastanza appetibili per tentare il salto di categoria dalla porta di servizio. La società nelle scorse settimane ha pubblicamente dichiarato che inoltrerà la domanda di ripescaggio nonostante i 250 mila euro di fondo perduto chiesti dalla federazione. Sempre nei giorni scorsi la stessa società ha varato la nuova campagna abbonamenti. Considerando i tantissimi sacrifici economici che comporta il mantenimento di una società in Lega Pro, quale messaggio ti senti di mandare ai tifosi rosso blù affinchè facciano l'abbonamento dando un contributo fattivo alla causa rosso blù?
Purtoppo il fondo perduto c'è e bisogna versare inevitabilmente i 250 mila euro nelle casse della federazione. Sono convinto che il grande amore dei tifosi rosso blù verso la squadra li spingerà a dare un contributo importante per aiutare la società. La cosa principale è rientrare nella graduatoria che permetterebbe al Taranto di usufruire del ripescaggio. I 250 mila euro sono convinto che non rappresentano un problema per l'attuale società che ha espresso pubblicamente la volontà di presentare la domanda di ripescaggio.
- Rosario Bennardo di cosa si occupa attualmente? Grazie per la tua disponibilità , per concludere ti chiedo di fare un saluto a tutti i tifosi del Taranto e lettori di blunote.
Ho smesso di giocare lo scorso anno e ho iniziato subito ad allenare. Attualmente collaboro con un mio ex presidente che è il titolare di una catena di fast food, mi occupo della gestione amministrativa e del personale. Nel tempo libero mi mantengo in forma  giocando le mie partite a calcio con gli amici. Ovviamente seguo sempre le sorti del club ionico e colgo l'occasione per fare un grande saluto a tutti i tifosi in modo particolare a quelli di blunote.it.

Di Vincenzo Corallo

Nella foto: Rosario Bennardo oggi

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