Sciopero call center
Sciopero call center

Il 21 marzo 2025 i lavoratori dei call center sciopereranno per protestare contro il nuovo contratto collettivo siglato da Assocontact e Cisal, definito svantaggioso e privo di una reale legittimazione democratica. L’accordo, già applicato da alcune aziende del settore, viene contestato perché ritenuto penalizzante per i lavoratori, con salari inadeguati e meno diritti.

Un contratto contestato e il rischio di un effetto domino

L’intesa tra Assocontact e Cisal è vista come un tentativo di ridurre i costi a vantaggio di committenti e outsourcer, comprimendo stipendi e tutele. La preoccupazione principale riguarda il possibile effetto domino sull’intero comparto, in particolare sulle trattative per il rinnovo del CCNL Telecomunicazioni, scaduto da oltre due anni. Dopo la firma di questo contratto, le trattative si sono bloccate, e ora anche Asstel, associazione datoriale del settore, sembra intenzionata a fissare aumenti salariali minimi, con erogazioni solo a partire da giugno 2026.

Nel frattempo, i salari dei lavoratori dei call center sono fermi al 2020, mentre il costo della vita continua a crescere. Il sistema degli appalti, basato sulla competizione al ribasso, perpetua il dumping salariale, aggravando la crisi strutturale del settore.

Le richieste dei lavoratori: riforme e nuove garanzie

Di fronte a questa situazione, i sindacati chiedono l’apertura di un tavolo ministeriale per affrontare la crisi del settore. Le principali rivendicazioni riguardano:

  • L’eliminazione delle gare al massimo ribasso.
  • La parità retributiva tra dipendenti del committente e dell’appaltatore.
  • La tutela dell’occupazione nei cambi di appalto, garantendo stesso salario e stessi diritti.
  • L’individuazione di un contratto di riferimento per ogni settore produttivo.

Si chiede inoltre una legge sulla democrazia sindacale, per permettere ai lavoratori di scegliere liberamente i propri rappresentanti e limitare il ruolo dei cosiddetti sindacati gialli, accusati di firmare contratti sfavorevoli in cambio di riconoscimenti istituzionali.

Un’altra richiesta chiave è l’introduzione di un salario minimo legato all’inflazione, per contrastare il progressivo impoverimento dei lavoratori, una tendenza in atto da almeno trent’anni.

USB in prima linea: il 21 marzo una nuova mobilitazione

Con questi obiettivi, l’USB ha indetto lo sciopero del 21 marzo 2025, considerandolo una tappa fondamentale di una mobilitazione iniziata mesi fa. L’obiettivo è respingere il contratto siglato da Assocontact e Cisal e sollecitare un cambio di rotta nelle politiche sindacali e legislative del settore.