Tennis: Da Odessa al fronte!
(Di Fabio Dal Cin) In questi giorni, con lo stallo delle soluzioni diplomatiche, storie di guerra e sport continuano drammaticamente a mescolarsi.
Si parte da Odessa, città portuale dell'Ucraina meridionale sul Mar Nero, quarta città più popolosa dell'Ucraina, dopo Kiev, Charkiv e Dnipro. In un clima di nervosismo e attesa, il Presidente Ucraino Zelensky, in previsione dell’imminente attacco russo, tuona: "Bombardare Odessa sarà crimine di guerra". La città presto sarà assediata.
Proprio da qui, una settimana fa, la tennista ucraina Dayana Yastremska, dopo essere sfuggita per due notti agli attacchi missilistici russi, era scappata insieme alla sorella minore lasciando i suoi genitori. Poi l’arrivo in Francia, la partecipazione al torneo di Lione e la conquista della finale, persa contro la cinese Zhang Shuaiin in tre set con il punteggio di 3-6, 6-3, 6-4. ”Ho giocato per me stessa e per il mio Paese - le parole, tra le lacrime, della tennista ucraina durante la premiazione -. Ho provato mille emozioni, alla fine ero provatissima. Ho combattuto per l'Ucraina e ringrazio le persone che stanno combattendo. Il premio in denaro che ho guadagnato (14.500 euro per il secondo posto) lo darò alla Fondazione per sostenere l'Ucraina".
Da una testimonianza drammatica, ma a lieto fine, a un’altra altrettanto forte, ma che ci riporta direttamente sul terreno conteso, in Ucraina, laddove si combatte uomo a uomo e la vita umana perde inevitabilmente valore. Parliamo di Sergiy Stakhovsky ex tennista ucraino ritiratosi proprio nel 2022 dopo 19 anni passati nel circuito Atp ed ora partito per il fronte dopo aver convinto, con lecite difficoltà, la moglie e i tre figli. ”Non sono un soldato, non ho mai impugnato una pistola, non ho mai sparato a nessuno, ma se devo, lo farò. Paura? Certo che c'è paura, solo gli idioti non provano paura in questa situazione".
Il pensiero di Paolo Bertolucci: "Non ho le parole giuste per descrivere la mia ammirazione per Sergiy. Qui non si tratta di sport, ma di qualcosa di più grande, e Sergiy è un grande uomo. Decidere di lasciare la famiglia e andare in guerra a difendere il suo Paese: io mi inchino, ci voglio delle palle così".
Su questa vicenda rompe il silenzio anche Novak Djokovic che si dice pronto ad aiutarlo. Durante una conversazione su Whatsapp, pubblicata dall'ucraino su Instagram, il campione serbo si è infatti offerto per ogni tipo di assistenza, anche economica: "Sto pensando a te...spero che tutto si calmi presto. Dimmi dove posso mandarti aiuto...aiuto finanziario o qualsiasi altro tipo di aiuto...", ha scritto Nole.
La storia di Sergiy si aggiunge a quelle di diversi altri atleti ucraini come il due volte campione olimpico di boxe Vasiliy Lomachenko e l'ex campione del mondo dei pesi massimi Oleksandr Usyk. A seguire, l’eroismo, lascia spazio ad una profonda tristezza.