Ex Ilva: Europa Verde Taranto, ‘Di decarbonizzazione nemmeno l’ombra’
L’esecutivo provinciale di Europa Verde esprime soddisfazione per l’ordinanza del Sindaco di Taranto, nonché Presidente della Provincia, Rinaldo Melucci, recante la richiesta urgente di interventi da parte dei gestori di Acciaierie d’Italia atti alla eliminazione della fuoriuscita dall’industria di emissioni contenenti benzene che, come già accertato dagli enti preposti, hanno provocato recentemente pericolosi picchi di concentrazione nell’aria in alcune zone della città.
È evidente che tali emissioni potrebbero provocare un innalzamento del rischio sanitario in una città la cui popolazione è già provata da anni di convivenza con la grande industria. La soddisfazione derivante dalla suddetta ordinanza non ci esime dall’esprimere comunque preoccupazione per ciò che sembra delinearsi per il futuro dell’acciaieria tarantina.
Infatti, a dispetto di vaghi e tanto pubblicizzati programmi di decarbonizzazione presentati come la imminente soluzione dei problemi di inquinamento a Taranto e provincia, non riusciamo neanche a intravedere il concreto attuarsi degli stessi. Anzi, nella richiesta da parte di ADI di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) prossima a scadere, non v’è alcun cenno a progetti di decarbonizzazione o modifiche dei processi produttivi che portino all’abbandono del carbone.
Addirittura, come si evince dai documenti pubblici consultabili sulla piattaforma del Ministero dell’Ambiente, i gestori dell’impianto siderurgico chiedono di raddoppiare l’attuale produzione di acciaio rimettendo in funzione il famigerato AFO5 , il gigante degli altiforni.
Ci chiediamo, inoltre, perché mai un’azienda dovrebbe spendere centinaia di milioni di euro, se non miliardi, per ottemperare alle prescrizioni ambientali e tecnologiche a cui è stata obbligata, se non contasse di mantenere l’attuale processo produttivo per un orizzonte temporale decisamente lungo.
Riteniamo che la città e la provincia debbano essere rese partecipi dei VERI progetti di questa industria e che un piano industriale debba essere reso pubblico per valutare i rischi a cui il territorio e la popolazione andrebbero incontro. Questo è addirittura OBBLIGATORIO per una industria che è a compartecipazione statale e i cui azionisti, in fin dei conti sono i CITTADINI!
Come è noto, gli effetti dell’inquinamento provocato dagli impianti di Taranto non si fermano al confine comunale ma interessano l’intero territorio provinciale. Chiediamo pertanto che, per queste ragioni e per tante altre, il rinnovo dell’AIA venga in tutti i modi contrastato.
E in particolare che il sindaco di Taranto faccia valere il suo potere di responsabile della salute pubblica, a prescindere dagli effetti che la recente ordinanza potrebbe portare, non solo a tutela della città di Taranto, ma anche, in senso più ampio, a tutela della provincia del quale è il massimo rappresentante istituzionale. (Europa Verde - Esecutivo provinciale di Taranto, Paola Fago e Gregorio Mariggiò)