Fiom CGIL Taranto su Leonardo: "No alla svendita, serve un piano industriale"
I sindacati contestano la strategia dell’azienda e chiedono l’intervento del Mimit per il rilancio

La Fiom CGIL Taranto ribadisce la propria contrarietà a qualsiasi soluzione che escluda la Divisione Aerostrutture dal perimetro della One Company Leonardo. Il sindacato annuncia mobilitazioni per la tutela del settore produttivo e chiede l’intervento del Mimit.
«La soluzione per il rilancio della Divisione – dichiarano Francesco Brigati, segretario generale Fiom CGIL Taranto, e Pasquale Caniglia, segretario Fiom CGIL Taranto – deve essere trovata all’interno della One Company Leonardo, valorizzando i risultati raggiunti e investendo nei settori chiave».
Il piano industriale di Leonardo, presentato l’11 marzo, include nuove alleanze con Baykar e Rheinmetall, oltre a un percorso graduale per una partnership con il fondo saudita PIF, che dovrebbe concludersi entro il 2025. Ma i sindacati contestano questa scelta, definendola «una manovra finanziaria che non garantisce un vero rilancio».
Secondo Brigati e Caniglia, il rischio è la cessione di know-how e tecnologie strategiche, con un’eventuale delocalizzazione delle attività a basso valore aggiunto. «Non possiamo accettare un processo simile a quello dell’automotive, che ha avuto conseguenze disastrose per il mezzogiorno», affermano.
I sindacalisti accusano inoltre l’ad Roberto Cingolani di «gestire un’azienda partecipata dallo Stato come fosse privata, avviando trattative con fondi esteri senza coinvolgere sindacati e istituzioni». Per questo chiedono l’intervento del Mimitper definire un piano nazionale per l’aerospazio, in linea con le strategie adottate da altri Paesi europei.
«Serve una programmazione industriale, non una svendita. Il futuro della Divisione Aerostrutture deve essere discusso a livello istituzionale, coinvolgendo tutte le parti in causa», concludono Brigati e Caniglia.