Quanti soldi è costato il Covid-19 allo sport?
Come tutti i settori dell’economia, anche l’industria dello sport e il suo indotto hanno dovuto fare i conti con l’emergenza Coronavirus. Sebbene l’allentamento delle misure restrittive abbia permesso una graduale ripresa delle attività, gli addetti ai lavori (dai gestori di palestre e piscine fino ai vertici dei massimi organismi sportivi) devono far fronte ai mancati introiti del secondo trimestre del 2020. Anche un settore strettamente legato agli eventi sportivi come quello delle scommesse ha inevitabilmente risentito degli effetti della pandemia: si calcola che in Italia il volume d’affari si sia ridotto di 4/5 su base giornaliera. In questo senso, si è registrato un vero e proprio cambiamento delle abitudini degli utenti, i quali si sono rivolti a un altro tipo di divertimento online, preferendo i servizi come quelli offerti da Voglia Di Vincere casinò online, che secondo numerosi player, offre incredibili i vantaggi: dalle enormi quantità di giochi alle offerte disponibili. Ed è stato così che mentre il settore delle scommesse online perdeva entrate in maniera drastica, quello dei casinò vantava sempre nuove registrazioni ogni giorno: la crescita del gioco d’azzardo online nei mesi del lockdown è infatti stata vertiginosa. Secondo un’indagine dell’osservatorio Sportclubby svolta su 650 centri sportivi, in Italia si è registrato un calo delle attività del 24% nelle prime 2 settimane di lockdown: mancate prenotazioni e rimborsi di abbonamenti hanno determinato un calo di fatturato del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E, se si pensa ai centri sportivi che ospitano i campioni di Serie A di calcio, di pallacanestro o di pallavolo, la chiusura degli impianti e i mancati allenamenti hanno danneggiato anche i provider di scommesse che, senza eventi in programma, non avevano quote da offrire. Una situazione simile la vivono le associazioni dilettantistiche, come squadre ai massimi livelli di sport cosiddetti “minori” o quelle della Serie C italiana di calcio, che non possono contare su grossi apporti di capitale e a cui sono mancati gli introiti derivanti dagli sponsor e dalla vendita dei biglietti allo stadio: la Plc Tws, società di consulenza tributaria, ha stimato le perdite dell’intera categoria in 84 milioni di euro, una cifra che potrebbe essere insostenibile per la ripresa del campionato. Per quel che riguarda i maggiori eventi sportivi che si sarebbero dovuti disputare quest’anno, e che avrebbero dovuto portare milioni nelle casse di tantissime organizzazioni (incluse quelle di scommesse), lo scorso 24 marzo il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, e il CIO hanno ufficializzato il rinvio dei giochi Olimpici di Tokyo 2020 all’anno prossimo. A causa degli altissimi costi per sostenere l’organizzazione dell’evento, oggi il Giappone si appresta ad affrontare una situazione difficile dal punto di vista finanziario. La sola candidatura di Tokyo come città ospitante sembra sia costata attorno ai 62 milioni di euro. Situazione aggravata dall’incertezza sulle tempistiche e modalità di svolgimento futuro dell’evento. Un recente studio di Katsuhiro Miyamoto, professore dell’università di Osaka, ha confermato le previsioni di Goldman Sachs che quantificano tra i 5 e i 6 miliardi di dollari le spese causate dal rinvio annuale. Inoltre, non meno importante è la delicata questione relativa ad un’eventuale rinegoziazione dei diritti televisivi per una cifra di a 4,5 miliardi di dollari. Tale cifra costituisce circa i 3/4 delle entrate del CIO e che saranno utilizzati per finanziare le 18 federazioni di sport con minore seguito e non indipendenti economicamente. Diverso il discorso per lo slittamento di Euro 2020. Dopo aver inizialmente manifestato l’intenzione di rispettare il calendario della competizione, l’UEFA ha deciso di rinviarla per cercare di portare a termine i campionati nazionali e le coppe europee, cercando di evitare il collasso economico del sistema. Si stima, infatti, che i danni del rinvio siano quantificabili in 300 milioni, una perdita con minore impatto rispetto a quella delle olimpiadi che verrà condivisa tra le varie nazioni ospitanti, essendo la manifestazione itinerante, ma che potrebbe aumentare nel caso si decidesse di disputare gli europei a porte chiuse. Una recente analisi dell’ECA ha evidenziato che la mancata vendita dei biglietti nella seconda metà della scorsa stagione ha causato ai club delle 10 maggiori leghe di calcio europee danni economici per 400 milioni di euro e prevedeche questi aumenteranno a 1.1 miliardi nella prossima stagione. A questi vanno aggiunti 575 milioni che la UEFA sta restituendo alle televisioni a causa della sospensione delle competizioni internazionali e la possibile diminuzione degli accordi commerciali con gli sponsor: in totale i club si aspettano di avere un calo delle entrate per 4 miliardi di euro nei prossimi 2 anni). Insomma, anche lo sport, che unisce le persone, diverte e fa socializzare oltre ad aiutare l’economia, ha sofferto e sta ancora soffrendo l’attacco del Covid-19.