Taranto: Lavoratore ex Ilva licenziato per un video, ‘È un’azione grave’

Lo sostiene il vicesindaco Paolo Castronovi: ‘Chiaro segnale di come qualsiasi segnalazione che riguardi sicurezza e ambiente debba cessare’

CRONACA
Iv.
12.03.2020 16:55

Un lavoratore dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto, accusato di aver realizzato e diffuso un video di un collega rimasto bloccato sul tetto delle coperture dei parchi minerali in costruzione, è stato licenziato. «È un’azione grave quella che compie il gestore dello stabilimento – ha dichiarato il vicesindaco Paolo Castronovi -, perché mettendo da parte la presunta legittimità della misura, è un chiaro segnale di come qualsiasi segnalazione che riguardi sicurezza e ambiente debba cessare, gravata dalla minaccia più o meno velata di licenziamento. Senza entrare a fondo nel merito del provvedimento, che potrebbe anche esser privo di presupposti poiché il dipendente licenziato non avrebbe nemmeno girato il video, resta lo stupore per la tempestività con la quale ArcelorMittal ha compiuto i suoi approfondimenti, colpendo con precisione un lavoratore che, se fosse vero, ha semplicemente documentato il rischio corso da un suo collega. Siamo alla colpevolizzazione della solidarietà. Una deriva inaccettabile che conferma quanto sosteniamo da settimane: quella fabbrica non garantisce più alcun vantaggio al territorio e alle persone. Se è proibito preoccuparsi della sicurezza e della salute, denunciare un rischio di qualsiasi natura, o segnalare anomalie le cui conseguenze potrebbero abbattersi sui lavoratori e sui cittadini, allora l’amministrazione Melucci è fieramente al fianco di questo lavoratore. Salute e sicurezza non sono diritti negoziabili, nemmeno per salvaguardare un’immagine che è già offuscata dall’inaccettabile disinteresse per il territorio che ArcelorMittal coltiva da mesi. Per questo la nostra solidarietà va al lavoratore colpito da questo drastico provvedimento e a tutti i lavoratori che ogni giorno, di fronte ai rischi e alle anomalie dello stabilimento, provano coraggiosamente a fare il proprio dovere».

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