Taranto: Sos ristorazione, Fipe Confcommercio lancia allarme

Un ristoratore su 10 prevede per i prossimi mesi un azzeramento degli incassi

CRONACA
Iv.
17.12.2020 18:47


Per il 26% delle imprese della ristorazione, il periodo giugno-ottobre si è concluso con un crollo dei fatturati ben superiore al 50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e non consola sapere che le performance positive registrate durante l’estate, in particolare nelle località di mare, abbiano contribuito a diluire il dato medio, stabilizzandolo a circa -36% dei fatturati, quando le prospettive per il futuro a breve termine sono negative. Così l’ultimo report Pubblici Esercizi dell’Ufficio studi di Fipe-Confcommercio, secondo cui i mesi invernali vedranno un’ulteriore contrazione dei volumi d’affari. Il 35% delle imprese si aspettano fatturati più che dimezzati, concordano i referenti provinciali Fipe Confcommercio, dei due settori Bar, Paolo Barivelo, e Ristoranti Antonio Salamina, almeno per i prossimi tre mesi, sino a quando la campagna di vaccinazione non contribuirà ad allentare un po’ la tensione. In questi ultimi mesi la stragrande maggioranza degli esercizi ha dovuto fare i conti con una limitazione della propria attività, per chi ha deciso di farlo c’è stato l’asporto e a un po' di food delivery, ma in generale il clima che si percepisce è di sfiducia. La seconda fase del  Covid ha purtroppo generato in alcuni imprenditori un senso di rassegnazione, secondo Fipe nazionale il 4% delle imprese della ristorazione ha addirittura deciso di chiudere completamente. Qualche impresa, tra le più strutturate, ha approfittato di questo momento per pensare a una riprogrammazione della propria attività,  secondo anche nuovi modelli di offerta del servizio. In generale,la ristorazione è in grande affanno - ribadiscono Barivelo e Salamina - e a poco è servita l’apertura sino alle 18.00, considerate le abitudini della maggior parte dei consumatori locali: sia a Taranto che in provincia, i ristoranti si riempiono a pranzo solo nel fine settimana. La possibilità di organizzare i pranzi di Natale ha naturalmente riacceso qualche speranza, ora è di nuovo tutto in alto mare. Naturalmente c’è il problema dei contagi e non si discute, se è necessario chiudere lo si farà, ma attenzione si facciano scelte chiare e di responsabilità verso una categoria che va sostenuta con ‘ristori’ concreti e non con le briciole.

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