Ex Ilva: Cassa integrazione, nota del PCI sezione di Taranto

CRONACA
Iv.
07.06.2019 13:45

“E' il mercato bellezza!!!” ci verrebbe da dire se non ci trovassimo a una ulteriore svolta drammatica della “questione” ex Ilva ora ArcelorMittal con i 1400 lavoratori in cassa integrazione per alcuni mesi oltre gli esclusi prima dal ciclo produttivo... poi si vedrà. Essi parlano di crisi cicliche di sovrapproduzione di acciaio ma non aggiungono la elementare considerazione che si sospendono salari per conservare i margini di profitto programmati per giustificare qui la loro presenza. Vogliamo ricordare che la crisi i comunisti la seguano sin dagli anni 80 ed è ancora lì. La crescita tumultuosa della gestione “Riva” fu in concorrenza sleale in Europa per i bassi salari italiani e la produzione di acciaio senza alcun vincolo sui parametri fondamentali dell'inquinamento altrove, invece, presenti per leggi nazionali. L'Italia fù costretta in ritardo ad adattarli e fù “normalizzata”. Oggi i magazzini sono pieni di prodotto non consegnati mentre l'inquinamento avanza perché l'area a caldo produce in modo costante. Ciò era, per noi, regolarmente prevedibile. Altra cosa sarebbe stata se, come proponevammo da oltre un decennio, rendere pubblico tale settore strategico e programmare riconversione ed ambientalizazzione proprio prevedendo le inevitabili crisi cicliche di rallentamento delle produzioni ed l'uso di manodopera eccedente per esso. Quell'accordo è stato un suicidio, ribadiamo da alcuni anni, e siamo rammaricati per i limiti di chiusura localistica e rassegnazione dei maggiori sindacati. Il presente è difficile,il futuro incerto e drammatico per la fabbrica e per gli operai,ancora più difficile sarà quello del territorio tarantino.

PCI Ta sez.D’Ippolito-LaTanza

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