Coronavirus: Cantieri chiusi, edili Taranto al collasso ‘Fateci ripartire’

CRONACA
Iv.
21.04.2020 15:31


Abbiamo superato la sesta settimana di fermo dei cantieri. Queste giornate splendide sarebbero state ottimali per i lavori nell’edilizia. C’è un mondo di 3.400 imprese edili oggi al palo nella provincia di Taranto, di cui circa 1.700 quelle artigiane, tra ditte con dipendenti e semplici lavoratori autonomi, capaci di muovere una filiera che ruota intorno ai sistemi casa, infrastruttura e industria; imprese che vengono da 15 anni di crisi finanziaria che ha fatto macerie. Con questa emergenza sanitaria è tornato l’incubo più nero. Tra i settori da riaprire subito - evidenzia Fabio Paolillo, Segretario provinciale di Confartigianato Taranto - deve esserci quello dell’edilizia. La chiusura dei cantieri, nel territorio provinciale, ha riguardato oltre l’80% delle imprese. Gli addetti del settore sono rimasti a casa. Azzerati fatturati e cassa integrazione per i dipendenti (quando arriverà). Questo è il quadro. Le nostre imprese edili sono piuttosto sconfortate, ci dicono di avere risorse per coprire i costi massimo fino a fine del mese di aprile. Molte imprese sono scettiche sul chiedere i finanziamenti, quelli di cui si sta parlando tanto, perchè poi bisogna pagare ovviamente le rate per restituirli, e come si fa se non si lavora e se non si incassa? Come settore ci aspettavamo già un’apertura graduale dal 14 aprile, almeno per quei cantieri meno impattanti e invece ancora non c’è una prospettiva ed è molto preoccupante per la vita futura di molte nostre imprese. Come noto il decreto di marzo aveva messo in stand-by buona parte della filiera del mattone che attiene all’edilizia civile, quindi le imprese che costruiscono  ristrutturano edifici, residenziali ed industriali e che si occupano di progetti immobiliari. Lasciando invece la possibilità di proseguire le infrastrutturazioni,considerate essenziali. Ed è proprio su questo che Confartigianato edili intende soffermarsi. Molti cantieri si sono fermati con i Comuni che tentennano a far proseguire i lavori. Invece sarebbe proprio il momento per far ripartire i lavori ed avviarne molti altri di pubblica utilità. Pensiamo ad esempio alle asfaltature delle strade ed al ripristino di marciapiedi, questo è il momento ideale per fare i lavori proprio per la scarsa circolazione. Pensiamo alla manutenzione di tutti gli edifici scolastici del territorio provinciale, che può essere portata avanti approfittando del fatto che non ci sono i ragazzi a scuola e a realizzare già adesso le rimodulazioni strutturali delle classi che certamente occorreranno con i nuovi standard visto che non si potrà più stare come prima. Pensiamo alla ristrutturazione degli edifici di proprietà comunale. E’ proprio questo il momento giusto per fare i lavori. Per questi lavori è doveroso impegnare le imprese locali, che non devono fare spostamenti e non hanno necessità di supporto logistico. Siamo preoccupati anche per il rallentamento delle pratiche burocratiche in capo agli enti pubblici. Ci riferiamo ai ritardi sul via libera a concessioni edilizie, analisi di progetto sia dal punto di vista urbanistico che edilizio, pareri vari. Ci risulta che anche nelle amministrazioni ci sia personale in smart working ma che molte pratiche con questa modalità di lavoro siano ferme, e quindi la ripartenza e la prosecuzione di appalti e di lavori il cui iter si è arenato. Come Confartigianato Edili siamo i primi a dire che al primo posto c’è la salute dei lavoratori e molte imprese in questo mese di sospensione si sono preparate per assolvere alle procedure per la sicurezza e quindi sono pronte per attuare i protocolli. Le imprese hanno acquistato le mascherine DPI pagandole anche 5 volte tanto. Quelle pronte, e sono la maggior parte, facciamole ripartire. Anche perché ogni giorno che passa, soprattutto nell’edilizia privata, si rischiano nuovi problemi. C’è il rischio altissimo che vengano disdettate commesse per lavori già contrattualizzate. Dobbiamo sperare che il privato mantenga i suoi impegni. Il blocco impedisce l’inizio, la prosecuzione e anche la consegna dei lavori di ristrutturazione e di manutenzione. Certamente c’è la causa di forza maggiore, ma le imprese non vogliono andare in discordia con i clienti, perché è proprio sui rapporti che si regge,il lavoro nell’edilizia privata. In questa ottica Confartigianato Puglia ha sollecitato al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano un provvedimento per consentire le attività di manutenzione collegate all’apertura degli stabilimenti balneari e delle strutture ricettive, ivi compresi i piccoli cantieri in edilizia libera e le opere edili per le quali sia sufficiente la CILA. Quest’apertura, a nostro avviso, tutela la salvaguardia del patrimonio paesaggistico e favorisce la ripartenza di quella parte del sistema produttivo composto da micro e piccole imprese che rappresentano la maggioranza delle attività nella nostra regione e che più di altre rischiano di soccombere per il protrarsi della restrizione forzata. Le nostre imprese sperano di poter ripartire con i cantieri al più presto. Sarebbe importante rassicurare i cittadini con adeguate campagne di incentivi rafforzati come ecobonus, efficientamento energetico e forme di credito agevolato. La paura è che dopo questo fermo ed al momento di ripartire i privati che avevano intenzione di investire nella ristrutturazione e nell’acquisto di immobili tirino i remi in barca in attesa di vedere come la situazione si evolve. Ed allora davvero non ne usciremo più.  

Taranto: 5 giugno 1983, una delle partite più drammatiche
Coronavirus: Misure per prevenzione, contrasto e contenimento nel carcere di Taranto