Ex Ilva: Surgo, ‘Governo non può stare a guardare, deve intervenire’
Intervento del responsabile delle relazioni industriali per Taranto, Brindisi e Lecce del Mes
“Come Mes ci associamo alle forti preoccupazioni espresse dai sindacati dei metalmeccanici che riguardano il presente e il futuro dello stabilimento ex Ilva di Taranto, preoccupazioni che come movimento socialista europeo abbiamo espresso da tempo e a più riprese”.
Lo dichiara Antonio Surgo, responsabile delle relazioni industriali per Taranto, Brindisi e Lecce del Mes, che rincara la dose sulla grave situazione che interessa la fabbrica. “Lo Stato - continua Surgo - ha ritardato di un anno l’ingresso in maggioranza nel capitale sociale di Acciaierie d’Italia permanendo il sequestro degli impianti. Questo ritardo però non può compromettere ulteriormente la situazione. Il governo, che ha già impiegato per l’ex Ilva grossi capitali, soldi pubblici, non può stare a guardare. Deve intervenire“.
“Il riferimento è allo sperperio di denaro dei contribuenti, di noi italiani, e alla gestione scellerata della fabbrica nella quale lo Stato, pur essendo socio di minoranza, non è per nulla coinvolto - spiega Surgo -. La fotografia di quanto la situazione sia conflittuale è rappresentata dal fuggi fuggi generale di capi produzione e capi reparto che nelle ultime settimane si sono dimessi. Giovani ingegneri scappano via dalla fabbrica a causa dei rapporti conflittuali con il management, che a sua volta sta assoldando ingegneri della gestione Riva, ultra settantenni, a cui garantisce incentivi monetari per farli rimanere“.
”Come può - si domanda Surgo - una fabbrica come l’ex Ilva non puntare sui giovani preferendo magari consulenti più servili rispetto alle scelte aziendali? Di questo passo sarà il baratro. A questo punto, dopo che è slittata di un anno l’operazione di ingresso in maggioranza dello Stato, bisogna capire come il Governo intenda intervenire. Attendere ancora significa ridurre la fabbrica sul lastrico”.
“Il primo intervento radicale da compiere è relativo al management a cui bisogna dare una spallata - chiude il referente del Mes -. Draghi e Bernabè, lo ribadiamo per l’ennesima volta, devono mandare via l’amministratore delegato, il responsabile dell’ufficio acquisti e dell’ufficio pubbliche relazioni. Solo così la fabbrica potrà salvarsi”.