Taranto: ArcelorMittal, programmati due scioperi a settembre
Due scioperi ciascuno di 24 ore sono stati indetti dai sindacati metalmeccanici Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm in due reparti del siderurgico ArcelorMittal di Taranto. Gli scioperi si terranno il 4 e il 7 settembre rispettivamente nell’area Produzione Lamiere e Laminatoio a Freddo. Motivo, la decisione di ArcelorMittaldi intervenire con modifiche sull’organico tecnologico. È il segno di una ripresa del conflitto in fabbrica a fronte di relazioni industriali tra azienda e sindacati ormai azzerate anche per il continuo e ininterrotto ricorso alla cassa integrazione da parte di ArcelorMittal. “Fim, Fiom e Uilm – rammentano le sigle metalmeccaniche – nei giorni scorsi hanno inoltrato un esposto ad Inps ed Ispettorato del Lavoro in merito alle modifiche apportate unilateralmente dall’azienda sull’ organico tecnologico, definito da accordi pregressi e confermati successivamente anche dalla stessa ArcelorMittal durante la fase del subentro avvenuta con il day one”. Per i sindacati, “l’eliminazione della figura del “rimpiazzo” genera di fatto un ricorso programmato allo straordinario e pertanto abbiamo denunciato l’anomalia agli enti competenti e,allo stesso tempo, come organizzazioni sindacali, incominceremo un percorso di mobilitazioni attraverso lo sciopero nei reparti in cui sono state apportate modifiche all’organico e proclamando lo stato di agitazione in tutto lo stabilimento”. “Fim, Fiom e Uilm – si annuncia – avvieranno da subito un pacchetto di ore di sciopero a partire dai reparti coinvolti come Pla 2 e Laf, subito dopo la ripartenza”. “Riteniamo inaccettabile l’atteggiamento della multinazionale – sostengono i sindacati – che ormai da tempo ha come unico obiettivo il pareggio di bilancio che, oltretutto, è facilmente raggiungibile se si continua a tagliare sul personale, sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie”. Per il segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto Brindisi, Biagio Prisciano, “la fabbrica è al collasso e riscontriamo continue fermate di alcuni impianti per mancanza di interventi programmati. Si va avanti con pronti interventi, a volte nemmeno risolutivi e immediati come accaduto in questo giorni in acciaieria. Il Governo è avvisato”, conclude Prisciano. (Agi)